Colpito da infarto sul carro funebre, travolge e uccide una giovane mentre fa jogging
GALLIATE. Alice Ingrassia stava facendo jogging e, distratta probabilmente dalla musica che ascoltava in cuffietta, non si è accorta che un carro fenebre le stava piombando addosso, per l’improvviso malore dell’autista. Travolta dal mezzo è morta a 22 anni. Una tragedia doppia quella avvenuta di Galliate (No), in quanto a perdere la vita è stato anche Filippo Galli, 51 anni, titolare dell’azienda di pompe funebri di Biandrate alla guida del furgone che stava trasportando una salma da un paese all’altro. L’uomo è stato colto da infarto e quando sono giunti i soccorsi non c’era più nulla da fare. I sanitari del 118 si sono trovati di fronte il corpo della giovane donna steso in strada dopo essere stato travolto dal carro funebre che, rimasto senza controllo, ha finito la sua corsa schiantandosi contro un muretto di cinta. Il carro con il feretro era seguito da un altro veicolo dell’azienda che trasportava fiori e altro materiale per il funerale.
Sul posto è intervenuta la polizia locale per effettuare i rilievi e chiarire la dinamica dell’incidente. Secondo quanto appurato, Galli si è sentito male e non è riuscito a fermare il mezzo che, anzi, ha continuato la sua corsa ancora più velocemente, tanto da saltare uno stop, sbattere contro i muri della chiesetta di Sant’Onofrio e sollevarsi in volo, superando un’altra via, prima di sfondare il muretto di una casa di via Nazario Sauro. Nella sua corsa il carro funebre ha centrato in pieno la ventiduenne: la giovane stava sentendo musica con gli auricolari e non si è neppure accorta di quel che stava accadendo. E’ morta sul colpo.
«Ero sulla mia macchina – ha raccontato un testimone – e ho visto qualcosa volarmi letteralmente sulla testa: in un primo momento ho pensato a una tromba d’aria, solo successivamente mi sono accorto di quel che era accaduto». Sotto choc i parenti del defunto che era trasportato sul carro funebre: «All’improvviso abbiamo visto il mezzo della ditta Galli aumentare la velocità, non fermarsi allo stop e poi volare per aria». La famiglia Ingrassia in passato aveva avuto un’altra persona morta tragicamente: nel giugno del 1989 era annegato Luigi Ingrassia, allora ventinovenne.