VERCELLI. Alterazione dell’equilibrio ecologico e di perdita di assorbimento di CO2: in questo consiste il consumo del suolo, che a Vercelli e nel Vercellese invece di essere contenuto, è troppo utilizzato. Una ripresa sostenibile del territorio passa anche da questo contenimento, attraverso la promozione del capitale naturale e del paesaggio, l’edilizia di qualità, la riqualificazione e la rigenerazione urbana, oltre al riuso delle aree contaminate o dismesse. Ciò emerge dalla relazione di Stefano Laporta, presidente di Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente.
Nel rapporto Ispra si legge: Vercelli con 44 ettari in più, Vetralla (Viterbo) con 42, Pozzolo Formigaro (Alessandria) con 41, Verona (+40), Venezia (+37), Roma (+36) e San Michele al Tagliamento (Venezia) con 34 ettari di nuovo consumo di suolo tra il 2016 e il 2017, chiudono l’elenco dei dieci comuni dove l’incremento è stato maggiore.
Gli “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” definiti nel 2015 dalle Nazioni Unite miravano a un programma da raggiungere a medio termine e nel 2030, ai fini di assicurare che il consumo di suolo non superasse la crescita demografica, e che fosse garantito l’accesso universale a spazi verdi e spazi pubblici sicuri, inclusivi e accessibili.
Gianpiero Godio, presidente del circolo vercellese di Legambiente, ironizza: «A Vercelli siamo i migliori del Piemonte, con 400 mila metri quadrati occupati in più nel 2017 superiamo tutti!».
In Piemonte, il primo giugno scorso, è stato approvato dalla Giunta regionale il disegno di legge “Norme urbanistiche e ambientali per il contenimento del consumo di suolo”, che completa e integra le norme contenute nel Piano Territoriale Regionale, creando le condizioni per una progressiva e fattiva riduzione del consumo di suolo. L’obiettivo è di raggiungere un consumo pari a zero nel 2040, in coerenza con gli obiettivi e le strategie definite a livello europeo, e rafforzare la conservazione delle superfici libere, idonee alla produzione agricola, alla salvaguardia dei livelli di biodiversità e di qualità paesaggistica.