Da 300 anni osservano dall’alto i torinesi: le quattro statue di Palazzo Madama
Verranno sostituite da copie e di conseguenza musealizzate al pian terreno, così da poter essere finalmente ammirate da vicino
TORINO Viste da sotto, non lo si direbbe. Eppure misurano almeno quattro metri di altezza. Dalla balaustra sul tetto di Palazzo Madama, sembra che osservino e controllino i movimenti dei torinesi e dei turisti e che infondano loro un sentimento di benevolenza. Furono scolpite dal carrarese Giovanni Baratta e rappresentano le allegorie delle virtù cardinali: la Giustizia, la Prudenza, la Temperanza e la Fortezza.
Le virtù cardinali furono enunciate da Platone, come principi del buon governo, cui ispirarsi la condotta umana. In chiave religiosa, il Cristianesimo le ha assunte come virtù morali di base, per una vita corretta e rivolta al bene, in conformità della fede e della ragione. Infuse da Dio o acquisite con la pratica del Vangelo, sono strettamente connesse alle virtà intellettuali: Sapienza, Scienza e Intellettto.
Giovanni Baratta (Carrara, 13 Maggio 1670 – Carrara, 21 Maggio 1747), scultore e architetto, è stato uno dei principali artisti dell’epoca tardobarocca; ebbe come maestri Giovan Battista Foggini e Camillo Rusconi. Fu attivo soprattutto in Toscana (Firenze, Lucca, Livorno), ma anche a Roma, a Genova, a Milano, in Spagna – e appunto – a Torino.
Lo spostamento, il restauro e la prossima musealizzazione delle quattro statue è legata al fatto che stanno per prendere il via imponenti lavori di conservazione e consolidamento dell’aulico edificio di Juvarra. Riguarderanno l’avancorpo centrale dell’edificio, capolavoro architettonico del Settecento europeo. L’intervento è promosso dalla Fondazione Torino Musei e sarà interamente finanziato dalla Fondazione CRT, con 2,4 milioni di euro. Il progetto (approvato dal MIBACT e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino) è curato dall’architetto Gianfranco Gritella.
I lavori inizieranno prima dell’estate 2021 e dovrebbero concludersi entro la fine del 2022. Secondo una scaletta di fasi successive, si procederà al restauro dell’apparato architettonico e decorativo; al consolidamento strutturale dei soffitti e degli architravi lapidei dei tre intercolumni del pronao centrale; al sollevamento, al trasporto e al restauro delle quattro statue allegoriche, che saranno sostituite da copie identiche sulla sommità dell’edificio; al restauro, alla revisione e al consolidamento strutturale dei serramenti lignei; alla revisione e all’adeguamento dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche della copertura e, infine, al recupero dei sotterranei.
Per tutto il periodo dei lavori, sarà possibile utilizzare l’ascensore del cantiere per visite contingentate e guidate sul tetto dell’edificio, in perfetta sicurezza: da lassù sarà possibile godere un insolito panorama mozzafiato sulla città, lo stesso di cui hanno goduto per trecento anni i quattro capolavori di Baratta.
Sergio Donna