ALESSANDRIA. Un detenuto nel carcere di San Michele ha incendiato la propria cella e tre agenti della polizia penitenziaria, durante le operazioni di soccorso, sono rimasti leggermente intossicati e hanno dovuto ricorrere a cure ospedaliere. L’autore del gesto è un romeno di 40 anni che era appena stato portato nella struttura: poco dopo ha dato alle fiamme il materasso e a vari oggetti. Gli agenti hanno evacuato l’intera sezione e hanno anche salvato il detenuto, che si era chiuso nel bagno. Per gli intossicati la prognosi è di tre giorni.
«Gli incendi e la distruzione di beni appartenenti all’amministrazione penitenziaria – commenta Leo Beneduci, segretario generale del sindacato autonomo Osapp – hanno cadenza quasi giornaliera. Ci chiediamo se i dirigenti penitenziari esercitano l’azione risarcitoria contro i detenuti responsabili di tali azioni. La più logica delle deduzioni è che il carcere è il luogo ingovernabile dove poter scontare la pena. Uno schiaffo per i cittadini, per le istituzioni e per i detenuti che non si rendono artefici di tali disastri».
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