TORINO. Dopo anni di chiusura a causa di un devastante incendio, il Museo delle Scienze Naturali di via Giolitti 36 a Torino è quasi pronto a riaprire i battenti. Esattamente dieci anni fa, il 3 agosto 2013, una delle bombole del sistema antincendio, contenente 80 litri di azoto, argon e anidride carbonica, scoppiò provocando il crollo di un locale tecnico e di parte del pianterreno. Così emersero i problemi di sicurezza che investirono l’intero museo che venne da quel giorno chiuso. Ci sono voluti intensi lavori di restauro portati avanti anche durante la pandemia Covid. L’esplosione del 2013 ha comportato, oltre a una serie di opere di ripristino e messa in sicurezza della zona coinvolta dallo scoppio, anche strutturali interventi di adeguamento complessivo dell’edificio. Lavori particolarmente complessi, poiché inseriti in un contesto architettonico antico e di particolare pregio.
A dicembre 2023 una parte del museo, riaprirà: rinnovato l’ingresso, la biglietteria, il bookshop e l’accessibilità. Gli allestimenti delle sale che apriranno a fine autunno riguarderanno le teche storiche con gli esemplari zoologici di recente restaurati collocati per continente geografico, il radicale rinnovamento dell’Arca con il racconto dei viaggi che nel corso del Settecento e dell’Ottocento hanno portato al Museo torinese reperti di rilevante valore scientifico e delle modalità attuali di arricchimento delle collezioni, la realizzazione di un’esposizione temporanea volta a valorizzare elementi significativi delle collezioni paleontologiche, entomologiche, botaniche e mineralogiche con un significativo focus sul Piemonte.
Purtroppo, una parte delle collezioni sarà ancora inaccessibile e soltanto in autunno si conoscerà il cronoprogramma che dovrebbe portare a una riapertura completa del complesso museale. I lavori sono costati sino ad oggi 8,3 milioni di euro, di cui buona parte a partire dal 2020. Con altri lavori per un totale di 4 milioni di euro saranno riaperti nel 2024 altri settori.
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