Dieci consigli più uno per apprendere e tenere sempre viva la Lingua piemontese
Un “decalogo” di… undici suggerimenti per lasciarsi sedurre dalla Lingua dei nostri padri
Le note contenute in questo articolo, esposte in forma di endecalogo (dieci punti più uno), non sono che dei semplici consigli per chi si approccia ad entrare nel seducente mondo della Lingua piemontese, il cui lessico, i cui suoni fonetici particolari, la cui specifica sintassi, le cui espressioni idiomatiche esclusive ne fanno un idioma che risuona in modo armonioso e affascinante.
Detto ciò, vorrei suggerire agli studenti di ogni età e ai neofiti di questa lingua alcune “dritte”, undici per la precisione, affinché l’entusiasmo del loro studio non si stemperi di fronte a qualche difficoltà di apprendimento della grammatica, oppure alla prima incertezza nella lettura di un termine, o ancora nel dubbio di porre il giusto accento tonico su una parola, oppure nello scrivere correttamente un vocabolo dalla dubbia grafia.
1) Non vergognatevi mai di rivolgervi in piemontese con le persone che pensate possano capirlo o parlarlo correntemente: sono molte di più di quanto possiate pensare, soprattutto nei paesi e nelle realtà di provincia. Qualcuno vi guarderà con gli occhi interrogativi, ma – vedrete – saranno davvero moltissimi coloro che vi risponderanno in piemontese, replicando con un solare sorriso: “Òh ma che bel ch’a l’é sente ancora quaidun ch’a parla nòstra lenga!”
2) Parlatelo con i vostri famigliari, almeno di tanto in tanto. La generazione nata tra gli Anni Quaranta e Sessanta (alla quale appartengo) ha avuto la fortuna di sentirlo ancora parlare dai propri genitori e dai propri nonni. Anche se non si dialogava normalmente in piemontese con i genitori (ce lo proibiva la cultura imperante della lingua unica nazionale), quella lingua è però rimasta nelle nostre orecchie e nel cuore. Non è difficile recuperarla dalla nostra memoria, perché è stata la lingua dei nostri antenati, e fa parte del nostro DNA culturale e linguistico.
3) Ci sono molti modi per imparare il piemontese. Una di queste è procurarsi un buon dizionario e una buona grammatica (quella di Camillo Brero è allegata al vocabolario) e avventurarsi nella lettura di un libro di poesie di un poeta piemontese: Nino Costa, ad esempio. Il suo linguaggio poetico è immediato, accessibile a tutti. La sua lettura sorprenderà per la qualità dei suoi versi, di facile comprensione, intensi, attualissimi, e capaci di accarezzare i cuori. Oppure dedicatevi alla lettura di un romanzo: Intrigantissimi quelli scritti da Luigi Petracqua (Voghera, 1832 | Torino, 1901), come – ad esempio – “Don Pipeta l’asilé”: i romanzi di questo autore sono piacevoli e scorrevoli; sono delle divertenti commedie di costume, ambientate nella Torino e nel Piemonte tra fine Settecento e fine Ottocento. Per quanto la grafia utilizzata dall’Autore sia antecedente a quella che sarebbe stata normalizzata dai Brandé solo sul finire degli Anni Venti del Novecento, e definita “grafia moderna”, la lettura resta fluida ed istruttiva, per ricchezza di lessico ed espressioni linguistiche.
4) Un ulteriore modo veramente efficace per migliorare il proprio piemontese è ascoltare e cantare le canzoni della nostra tradizione popolare (visto che alcune di queste sono pure ballabili, provate magari a cantarle mentre le ballate!). La musica popolare piemontese vanta un repertorio vastissimo e di alta qualità, con brani plurisecolari, risalenti al Settecento e all’Ottocento. Alcuni brani sono davvero avvincenti e trascinanti, come ad esempio Òh ciàu ciàu Marìa Catlin-a (detta anche la Monferrina) o la notissima Marìa Gioana.
Il cantautorato piemontese del Novecento annovera artisti del calibro di Roberto Balocco (Le Canson dla Piòla) e Gipo Farassino. Riascoltare le loro canzoni, e ancor più cantarle, è un modo divertente e infallibile per appropriarsi di termini e tipici modi di dire piemontesi che pensavamo fossero perduti per sempre.
Tra i cantautori contemporanei in lingua piemontese cito, tra i tanti, lo chansonnier Giuseppe (Beppe) Novajra, che ha pubblicato numerosi CD, come Globale, Mè Borgh San Pàul, Stòrie e conte dësmentià, con interessanti brani di sua composizione.
5) Un altro modo per imparare il Piemontese è quello di rispolverare gli antichi Proverbi. I proverbi dei nostri vecchi sono scrigni di saggezza popolare e sono lo specchio e l’essenza di una cultura secolare in pillole.
Per scoprire e conoscere le centinaia di proverbi e modi di dire piemontesi, sono molto utili gli Armanach Piemontèis, come quello proposto ogni anno da Monginevro Cultura, in collaborazione con Piemonte Cultura e ANSMI: una pubblicazione elegante, scrupolosa, istruttiva. Ogni giorno è riportato un diverso proverbio della tradizione rurale e cittadina. Esporre l’Armanach sulle pareti di casa o dell’ufficio è anche una testimonianza dell’orgoglio di appartenere a una cultura condivisa e plurisecolare. Altro storico Calendario in lingua piemontese è Ël Calendari Piemontèis La Memòria dël temp, Editrice il Punto, Torino.
6) Non trascurate di frequentare il Teatro dialettale: in Piemonte sono numerosissime le Compagnie Teatrali amatoriali, che propongono commedie brillanti della tradizione storica teatrale piemontese, o nuove commedie inedite, su copioni di nuova stesura, sia nei Teatri di Torino che in quelli di molti centri di provincia.
7) Si può “praticare” il Piemontese anche frequentando alcuni Gruppi Facebook di “piemontesofoni”. Bisogna però saperli selezionare: alcuni di questi sono molto attenti alla forma, alla grafia, e sono gestiti da amministratori accorti, garbati e competenti. Su di questi potrete trovare racconti, barzellette, modi di dire e poesie in piemontese, scritto in un modo corretto.
Tra i più nobili:
- Ël Canton dël Piemontèis
- Piemontèis Ancheuj
- Lenga Piemontèisa.
8) Esistono poi Archivi, Biblioteche e Mediateche in cui è possibile consultare riviste, raccolte poetiche, sillogi di racconti in lingua piemontese, rispolverare antichi spartiti, ascoltare canzoni in piemontese, approfondire la conoscenza della lingua e della produzione letteraria e musicale piemontese contemporanea e dei secoli scorsi. Come il prestigioso Centro Studi Piemontesi (Ca dë Studi Piemontèis) diretto da Albina Malerba, con sede a Torino in Via Ottavio Revel 15. Oppure come la accogliente Mediateca Folk di Piemonte Cultura, con sede Via Luserna 8, sempre a Torino (Borgo San Paolo). Queste Biblio-Mediateche sono delle autentiche miniere di preziosi e spesso rari strumenti di studio, ascolto e lettura.
9) In rete sono presenti alcuni siti in Lingua piemontese. Tra i più autorevoli, ricordo Wikisource, https://pms.wikisource.org/wiki/Intrada, sito che può essere considerato la versione in piemontese di Wikipedia: una vera fonte inesauribile (sorgiss) di notizie, informazioni e curiosità per quanto riguarda la cultura e la lingua piemontese: poesie, racconti, canzoni, spigolature e approfondimenti storici.
Sul sito di Monginevro Cultura, www.monginevrocultura.net, alla pagina:
https://www.monginevrocultura.net/?page_id=18732
intitolata, “Parlé Piemontèis | Pàgina an Lenga piemontèisa” potrete trovare poesie, curiosità e chicche di storia del Piemonte raccontate o declamate in lingua piemontese.
10) In molte sedi delle Unitrè del Piemonte si tengono corsi qualificati di Lingua, Cultura e Letteratura piemontese. Questi corsi, tenuti da docenti competenti e appassionati, rappresentano un’opportunità preziosa per avvicinarsi e impratichirsi nell’uso della Lingua piemontese.
11) Provate, infine, e almeno qualche volta, a pensare e a dialogare con voi stessi in piemontese. Anche questo può essere un modo didascalicamente utile per tenere viva e scintillante la nostra bella lingua.
Il Piemontese, lingua e non semplice dialetto: impegnamoci tutti a non lasciarlo morire. Una lingua che muore è un capitolo prezioso di storia, cultura e civiltà che l’umanità perde per sempre.
Sergio Donna