Federalberghi Torino: la crisi inizia ora, metà strutture chiuse sino a settembre

“Nei mesi estivi i tassi di occupazione non raggiungeranno il 15%. Servono una visione di lungo periodo e misure specifiche per la nostra categoria, se continua così dopo l’estate molti saranno costretti a scelte drastiche”

TORINO. Nel mese di maggio, con la progressiva uscita dal lockdown, la percentuale di occupazione delle camere nelle strutture ricettive di Torino che hanno ripreso l’attività (il 35% circa) si è attestata al 20% ma le previsioni per giugno, luglio e agosto rivelano percentuali inferiori al 15% con forti incertezze anche per settembre.

Entro il mese di giugno, secondo le stime di Federalberghi Torino, il numero delle strutture aperte in città e in provincia raggiungerà il 50%. Il resto degli hotel ripartirà direttamente a settembre, con una piccola quota di imprese che riaprirà addirittura solo a partire dal 1° ottobre. L’indagine sembra confermare gli scenari ipotizzati durante il lockdown e indica che l’estate – da sempre periodo di bassa stagione per le strutture della città – non evidenzia segni di ripresa. Il tasso di occupazione previsto per il mese di giugno si ferma al 15%, scende al 10% a luglio e crolla ulteriormente nel mese di agosto.

Fabio Bori, presidente di Federalberghi Torino

“Gli imprenditori che hanno riaperto lo hanno fatto solo per spirito di servizio. I dati che abbiamo raccolto confermano i timori più volte manifestati negli ultimi mesi – dichiara Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino –. Archiviata la fase più critica dell’emergenza sanitaria per gli imprenditori del settore inizia ora la crisi economica vera e propria con la prospettiva di tornare ai livelli del 2019 non prima di 2 o 3 anni. Per questo, ancora una volta, chiediamo alle istituzioni, anche quelle locali, di riconoscere la specificità della nostra categoria ma soprattutto di elaborare una strategia di medio-lungo periodo per quanto riguarda, da una parte, la sospensione dei tributi nonché la concessione di aiuti concreti e, dall’altra, la definizione e l’attuazione rapida di un efficace piano di rilancio turistico del territorio. In alternativa, da settembre in poi molti di noi saranno costretti a scelte drastiche per sopravvivere“.

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