Curiosità

Non tutti sanno che… il pittore Giovanni Antonio Bazzi era di origini vercellesi

Giovanni Antonio Bazzi, detto il Sodoma, uno dei maggiori pittori italiani del Rinascimento, nacque a Vercelli nel 1477. Erroneamente per anni si attribuirono i natali a Siena, dove invece morì nel 1549. Suo padre, il calzolaio Giacomo Bazzi, era probabilmente originario di Biandrate (No), mentre la madre Angela pare provenisse da Bergamo. A soli tredici anni Giovanni Antonio Bazzi iniziò il suo praticantato, nella sua città, presso la bottega del pittore Giovanni Martino Spanzotti. Si sposò in gioventù, ma presto si separò da sua moglie. Successivamente, nel 1498, si trasferì dapprima a Milano e quindi a Siena, nel 1501. Siena divenne la sua residenza più o meno stabile, ma fu operativo anche a Roma. La sua figura artistica costituisce una sorta di ponte tra tardo Rinascimento e Manierismo. In particolare, nella città conosciuta in tutto il mondo per il suo Palio la sua importanza fu notevole nell’imprimere le linee generali al successivo manierismo senese.

San Benedetto ristora i monaci: affresco nel monastero di Monte Oliveto Maggiore

La presenza del Sodoma a Roma è documentata invece nel 1508, quando il papa Giulio II gli commissionò le decorazioni del soffitto della Stanza della Segnatura in Vaticano. Nell’affresco La scuola di Atene, (1509-1511) di Raffaello Sanzio, il Sodoma stesso è raffigurato vicino al pittore di Urbino. Nella villa Farnesina, a Roma, è conservato un suo affresco con le Nozze di Alessandro e Rossane, dipinto per il banchiere senese Agostino Chigi. L’affresco è ispirato a un’opera greca perduta, un quadro del pittore Aezione (IV secolo a.C.), descritto nel II secolo dallo scrittore greco Luciano di Samosata. Al 1515 risale, invece, un suo autoritratto come Giuda nell’affresco staccato nella chiesa di San Bartolomeo a Firenze. Una sua figlia sposò Bartolomeo Neroni, detto anche Riccio Sanese o Maestro Riccio, uno dei suoi principali allievi.

Florenzo manda delle prostitute al monastero: l’affresco al monastero di Monte Oliveto Maggiore risale al periodo 1504-1506

Il curioso soprannome, con cui egli stesso talvolta si firmava e attestato dal 1512, deriverebbe, stando a Giorgio Vasari, proprio dai costumi sessuali del pittore; è stato anche affermato che il nome sia stato il risultato di uno scherzo e che Bazzi sembra averlo portato con orgoglio. C’è anche chi pensa che il soprannome non avesse nulla a che fare con il significato di sodomia, ma fosse la spiritosa toscanizzazione di un intercalare del pittore in lingua piemontese (su, ‘nduma! = avanti, andiamo!), usato ancora oggi per esortare a sbrigarsi.[

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