Francesco Tamagno, dal lavoro in osteria con il padre ai palcoscenici lirici internazionali
Il tenore Francesco Tamagno nacque a Torino, nel rione Borgo Dora, il 28 dicembre 1850. Figlio di un oste, ebbe quattordici fratelli, dei quali solo cinque sopravvissero al colera del 1854 e alla tubercolosi. Cominciò a cantare in un’associazione di dilettanti, con i quali si esercitava sotto le arcate del ponte Mosca della Dora, e nel 1868 don Giovanni Cagliero lo volle solista all’inaugurazione della basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, presente il fondatore dei Salesiani don Bosco. Dal 1870 al 1873 frequentò il Liceo musicale torinese come tenore corista e debuttò nel coro al Regio di Torino il 27 febbraio 1872, nella particina di Gaspero nel dramma lirico La colpa del cuore di Francesco Cortesi. L’anno dopo fu confermato come comprimario in alcuni titoli tra cui Poliuto di Donizetti (Nearco). In seguito cantò al Bellini di Palermo, Riccardo in Un ballo in maschera, poi come protagonista nel Poliuto. I successi a Ferrara (Forza del destino), Rovigo e alla Fenice di Venezia gli valsero la scrittura al Liceu di Barcellona nelle stagioni 1875-76 e 1876-77. Nel 1877 aprì la stagione della Scala con L’africana.
Nel 1878 andò in tournée in America Latina, al Colón di Buenos Aires e Rio de Janeiro. Cantò in seguito a Lisbona e tornò alla Scala per la prima assoluta de Il figliuol prodigo di Ponchielli (1880), Ernani e la prima del Simon Boccanegra rifatto da Verdi (1881). Poi Tamagno ritornò in America Latina: a Rio fu Faust nel Mefistofele e debuttò come Arnoldo nel Guglielmo Tell. Nel 1884, alla Scala, fu il protagonista nella prima del Don Carlo ridotto da Verdi in quattro atti.
Nel 1886 iniziò a preparare l’Otello con Giuseppe Verdi, opera di cui fu protagonista alla prima scaligera del 5 febbraio 1887. Il personaggio del Moro si identificò in seguito con Tamagno, che lo ricantò al Costanzi di Roma, alla Fenice di Venezia, al San Carlo di Napoli, all’Argentina di Roma, al Colón di Buenos Aires, al Politeama di Palermo, al Regio di Torino, al Carlo Felice di Genova, al Lyceum di Londra, al Chicago Auditorium, al Nacional di Città del Messico, alla Grand Opera House di San Francisco, al Metropolitan di Denver, alla Mechanics Hall di Boston, al Metropolitan di New York, poi ancora a Filadelfia, Buenos Aires, Nizza, Lisbona, Mosca, Madrid, Barcellona, Valencia, Siviglia, Montecarlo, Filadelfia, Brooklyn, Baltimora, Washington, Chicago, Saint Louis, Londra, Montevideo, Pietroburgo, Parigi, Monaco di Baviera, fino al 1900 quando lo riprese sotto la bacchetta di A. Toscanini. Nel 1904 al Vittorio Emanuele di Torino si produsse per due serate nel secondo e terzo atto del Poliuto, che riprese al Dal Verme di Milano il 9 giugno, dando l’addio alle scene. Cantò ancora in un concerto al Circolo degli artisti di Torino il 27 marzo 1905.
Si era intanto stabilito nella sua villa di Varese, dove morì il 31 agosto 1905. La salma, imbalsamata, fu inumata nella tomba monumentale all’ingresso del cimitero di Torino. Nel 1903 Tamagno aveva inciso per la G&T brani da Otello, Andrea Chénier, Il profeta, Il trovatore, Hérodiade, Sansone e Dalila, Guglielmo Tell, Il re di Lahore, Messalina e l’Ave Maria di Luigi Mapelli per un totale di dodici incisioni ancor oggi reperibili.
Bruno Baudissone