La danza degli Spadonari, un antico rito per propiziare la fertilità della terra
GIAGLIONE. La danza popolare degli Spadonari, che ha portato il nome di Giaglione in tutto il mondo, ha un’origine ancora oggi incerta, ma probabilmente può essere ricondotta ai riti pagani di propiziazione per favorire la fertilità della terra e l’abbondanza del raccolto.
Il confronto con alcune incisioni rupestri della Val Cenischia, attribuibili alla media età del Ferro (V-IV secolo avanti Cristo), lascia supporre un’origine protostorica della danza, il cui collegamento al tema della fertilità è suggerito da alcuni particolari del costume: il pesante copricapo dei danzatori è completamente ricoperto da fiori variopinti. L’abbigliamento è molto ricco di particolari e i tessuti utilizzati sono pregiati: il corpetto che ricopre i pantaloni blu e la camicia bianca è di tessuto damascato arricchito con ricami, pizzi, lustrini, frange e chiuso con alamari. Intorno alla vita viene annodato un grembiule della stessa stoffa e con le stesse decorazioni del corpetto. L’abbigliamento è completato da guanti bianchi e scarpe nere.
Gli Spadonari utilizzano un lungo spadone dritto (lou sabro in franco-provenzale) con l’impugnatura in legno decorata e le borchie in metallo che facilitano la presa. Caratteristico è il loro incedere non a passi ma a salti, compiendo le evoluzioni con l’accompagnamento della banda musicale di Giaglione davanti alla chiesa parrocchiale, in concomitanza con la festa patronale di San Vincenzo martire, il 22 gennaio. La danza si ripete la domenica successiva e in occasione della festa della Madonna del Rosario, la prima domenica di ottobre. I protagonisti della coreografia sono i quattro “giovani” spadonari, le sei priore (tre coppie di età diversa) e la giovane portatrice del bran, una struttura in legno con base di 90 centimetri e alta oltre 2 metri. Un disco fissato alla base e due manici permettono a una giovane donna nubile di portare il bran in equilibrio sulla testa durante la processione. Interamente ricoperto da una ricca decorazione di nastri, fiori e frutta, il bran accoglie alla base una particolare forma di pane a ciambella, preparato per l’occasione e distribuito alla comunità giaglionese alla fine della Messa.