Gian Mario Regge, il medico-artista che ricostruisce in miniatura gli aulici palazzi sabaudi
Gian Mario Regge, borgodalese di nascita e torinese di adozione, ora in pensione, è stato un medico scrupoloso e preparato, sempre pronto all’ascolto, paziente sempre, più ancora dei suoi pazienti, e gentile: in breve, il professionista idealizzato da ogni mutuato. E con il pallino della storia e dell’architettura. Ora che da qualche tempo è in quiescenza, e che la sua professione è diventata meno assorbente, può finalmente dedicarsi con più tempo a quella che da sempre è stata una sua vivida passione: la realizzazione in miniatura – in scala perfetta – dei più noti e storici edifici sabaudi.
L’arte, in realtà, è sempre stata nel cuore di Gian Mario Regge, dal momento che vanta un diploma presso l’Istituto di Belle Arti di Vercelli, sotto la guida del Maestro Renzo Roncarolo (Vercelli 1916 | 2000), pittore e docente formatosi alla Reale Accademia Albertina di Torino.
Una curiosa e preziosa doppia personalità, dunque, scientifica e artistica, parimenti di spicco, che da sempre ha accompagnato l’esistenza di Regge, che da un lato ha saputo farsi amare e stimare come medico dai suoi pazienti, e dall’altro non gli ha impedito di farsi apprezzare dalla critica come pittore e artista.
Dal 1987, la sua vocazione artistica si è manifestata soprattutto nella trascrizione su tela delle opere dei grandi Maestri della pittura, come Van Gogh, Botticelli, Michelangelo, Gauguin, Raffaello e altri.
Dal 2000, spinto dalla sua grande passione per la Storia, Regge riproduce in scala plastici di palazzi e monumenti architettonici torinesi e nazionali. Particolare attenzione iconografica e cura storica è da lui rivolta alla ricostruzione di città piemontesi fortificate del XVIII secolo, alle Regge Sabaude (Venaria Reale, Palazzina di caccia di Stupinigi con le 12 cascine per i coloni), alle Chiese e ai Santuari di Torino (il Duomo, la Consolata, la Gran Madre di Dio, Maria Ausiliatrice ecc.) ma anche piemontesi (Oropa), romani e d’Oltralpe. Gian Mario Regge ha anche realizzato il plastico della Sacra di San Michele, che venne esposta nel 2005 nella Foresteria della stessa. In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia (2011) Regge ha costruito, con sorprendente realismo e dovizia di particolari, il plastico del Primo Parlamento Subalpino di Palazzo Carignano. Altre sue opere sono visitabili presso vari Musei regionali: il Bastione di San Giovanni Battista (Antica Sede) è esposto presso il Museo Regionale Scienze Naturali di Torino; il Trittico della storia del Santuario di Sant’Ignazio è conservato a Pessinetto (To). Presso il Castello di Guarene (Cuneo) sono stati esposti i plastici degli Assedi di Torino (1706) e di Vercelli (1600).
Così afferma Gian Mario Regge nella sua biografia: “ho realizzato un insieme di opere che attraversano i vari secoli per porre in chiara luce il ruolo di indiscusso protagonista storico e sociale ricoperto dal Piemonte”.
Ogni plastico di Regge è un’autentica opera d’arte, per la paziente, fedele, documentata e scrupolosa ricostruzione in proporzione ridotta della realtà e per la cura dei dettagli, mai trascurati.
Interessante è allora conoscere qualcosa di più sulla tecnica utilizzata da Regge nella realizzazione di un plastico. Ci rivolgiamo dunque all’Artista, che così ci risponde: “Ogni plastico è realizzato con materiali poveri o di recupero, come carta riciclata, cartone pressato, legno, polistirolo, fili di lana annodati per riprodurre la vegetazione, fili di rame dipinti con colori acrilici. Le dimensioni in lunghezza variano dai 120 ai 200 cm: diventano dei parallelepipedi di circa 60-70 cm. Sono incernierati in più pezzi, in modo da poterli ribaltare a 90° e facilitarne il trasporto senza eventuali danni da schiacciamento”.
E le tempistiche di realizzo?
“Oh, ci vogliono dai quattro ai sei mesi solo per la elaborazione degli schizzi, con un centinaio di disegni preparatori, con un accurato studio di progettazione, basato su documenti cartacei ed iconografici, spesso tratti da libri storici e dallo studio di fotografie eseguite in loco. E poi alcuni mesi per realizzare il progetto, tenuto conto della grande accuratezza dedicata all’esecuzione dei particolari, non solo delle facciate e dei tetti, ma anche dei luoghi e degli edifici circostanti”.
Concludo con un aforisma: “Plastico è bello”. Soprattutto se a realizzarlo è un Artista come Regge.
Sergio Donna