Giustizia e vita di coppia, nuovo libro di Milo Julini
Milo Julini ritorna a trattare il vasto e variopinto tema della cronaca subalpina, della quale si occupa
da oltre tre decadi. Non a caso abbiamo usato il termine “variopinto” proprio come lo è la cronaca:
nera, rosa, di costume. In “Giustizia e vita di coppia” la penna felice dell’autore ha saputo riunire in
un corpo unico le tre declinazioni della cronaca stessa.
«Le storie che andrete a leggere – scrive Andrea Biscàro nella sua Prefazione – sono, come lo è la
vita, tragiche oppure comiche, non di rado tragicomiche, costantemente attraversate dal dramma di
un contratto finito male o quantomeno a rischio di rottura. Stiamo parlando del matrimonio».
Il libro propone drammi e commedie, venati di malinconia, che hanno come protagonisti delle
coppie la cui unione si è disgregata per incompatibilità caratteriali, insoddisfazioni e mille altre
ragioni.
«Le storie di corna conducono il Lettore lungo una Torino cronologicamente compresa tra le fine
dell’Ottocento e gli anni Ottanta del Novecento. – prosegue Andrea Biscàro – Alcune fanno
sorridere, altre meno, altre ancora sono tragiche e tutte, a parte l’ultima, datata 1985, hanno un
denominatore comune: se la coppia non funzionava non poteva divorziare.
Il divorzio viene infatti introdotto nell’ordinamento giuridico italiano il 1° dicembre 1970.
Prima c’era esclusivamente la separazione coniugale, l’adulterio era un reato penale, la vita dei figli
di una coppia separata non era certo semplice, per non parlare dei figli frutto di relazioni cosiddette
illecite».
Oltre alla mera narrazione, Giustizia e vita di coppia conduce il Lettore, soprattutto quello più
giovane, attraverso una porta temporale, tra terminologie desuete e una morale maschilista che
straripa dalle cronache giornalistiche del passato e dalle aule di giustizia. Inoltre, per evitare di
incappare nella censura e non turbare il lettore medio, la penna del giornalista si sbizzarriva nel
descrivere situazioni ardite e piccanti con parafrasi e abili circonlocuzioni.
Con la fine degli anni Sessanta, la libertà dei costumi e quella espressiva vanno a braccetto,
permettendo al cronista descrizioni più dirette in campo sentimental-sessuale.
Julini sottolinea, trattando casi temporalmente distanti fra loro, questo mutamento dello stile
giornalistico e lo fa citando ampi stralci della prosa contenuta nelle colonne de La Stampa, Stampa
Sera e Gazzetta del Popolo.
«In definitiva, questo è un libro che va oltre la cronaca e le vicende narrate. – sempre secondo
Andrea Biscàro – Gli uomini e le donne che popolano queste pagine sono vittime dei propri demoni,
della propria immaturità o dell’incapacità di costruire insieme. Sono coppie scoppiate. Spesso non
ci è dato sapere la ragione della loro esplosione. Ci rattrista, certamente. E, nel caso di coppie con
prole, possiamo solo immaginare le difficoltà, psicologiche diremmo oggigiorno, di queste povere
creature scarsamente tutelate».
L’accorto Lettore saprà leggere fra le righe di Giustizia e vita di coppia, andando oltre la semplice
narrazione, così da individuare il fattore drammatico inscritto all’interno di ogni singola vicenda
rievocata. A ciò deve essere aggiunto il greve e gravoso discredito sociale, avallato da una
normativa punitiva e legata a filo doppio a una morale bigotta, tale da sigillare spesso la sofferenza,
quasi sempre declinata al femminile, nel contesto delle mura domestiche.
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