Grazie alla “spesa sospesa” di Coldiretti, una tonnellata di alimenti donata ai poveri
TORINO. La povertà alimentare, secondo una ricerca Coldiretti, che nell’ultima giornata di Villaggio #stocoicontadini Torino ha lanciato la spesa sospesa, ha un duplice aspetto. Da un lato si buttano ogni anno alimenti per 16 miliardi di euro, mentre, dall’altro ci sono 2,7 milioni gli italiani in condizioni tragiche, costretti a chiedere aiuto per mangiare.
Un esempio di democrazia del cibo quello della spesa sospesa, in collaborazione con Campagna Amica e Caritas, che Coldiretti tenta di promuovere in tutta Italia, ha visto la partecipazione di oltre 700 mila visitatori dei banchi del maximercato allestito ai Giardini Reali. Qui per l’occasione è stata acquistata più di una tonnellata di generi alimentari, sull’esempio del “caffè sospeso” di tradizione napoletana, che sarà offerta alle persone bisognose.
«La spesa sospesa non serve solo a dare risposte economiche e pratiche a situazioni drammatiche di disagio – afferma la sindaca di Torino, Chiara Appendino – ma anche a risvegliare le coscienze. La più grande sfida del futuro è quella di ridurre le diseguaglianze e, per farlo, è necessario seguire il principio della comunità, in cui ognuno fa qualcosa».
Tra i 2,7 milioni d’italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare, ci sono 455 mila bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi 200 mila anziani sopra i 65 anni e circa 100 mila senza fissa dimora. Pensionati, disoccupati, famiglie con bambini i nuovi poveri che, per vergogna, prediligono l’aiuto dei pacchi di cibo alle mense, cui si rivolgono appena 114 mila persone. «Abbiamo bisogno di solidarietà», sottolinea il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, che chiede al nuovo governo d’intervenire anche a livello strutturale, aumentando il reddito disponibile di chi oggi vive sotto la soglia di povertà.
Gli sprechi alimentari sono diversi: domestici, il 54% del totale; nella ristorazione, il 21%; all’interno della distribuzione commerciale, il 15%; nell’agricoltura, l’8%; nella trasformazione, il 2%. «Servono iniziative che educhino tutti», auspica l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia. Infatti il cibo nell’immondizia, per lo studio Coldiretti/Ixè, non è solo un problema etico, ma determina anche effetti sul piano economico e ambientale, per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Non si dimentichi poi che nel 2017 quasi tre italiani su quattro, hanno diminuito, se non addirittura annullato, gli sprechi alimentari.
Coldiretti propone alcuni consigli al fine di ridurre lo spreco alimentare. Tra questi ci sono la lettura della scadenza sulle etichette, il posizionamento corretto del cibo nel frigorifero, gi acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, privilegiare confezioni adeguate, scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione, preferire la spesa a chilometri zero, riscoprire le ricette degli avanzi, portando questi ultimi a casa quando si mangia al ristorante.
Infine, sempre Coldiretti rileva che sulle tavole nostrane sono tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia, soluzioni per non gettare gli avanzi, ma anche utili a non far sparire tradizioni culinarie del passato.