I nove fratelli Sentimenti, eroi d’un football d’altri tempi
Il più noto di tutti resta forse quel Sentimenti IV che difese la porta della Nazionale dietro agli altri dieci azzurri, tutti giocatori del Grande Torino, nella mitica partita del 1947 contro l’Ungheria
Tutti calciatori, erano nove: avrebbero quasi potuto costituire una squadra di calcio completa. In realtà solo cinque di essi divennero professionisti, e tre furono schierati nella stessa squadra, la Lazio, formando il cosiddetto Trio Sentimenti. Quest’ultimo era costituito dai fratelli Sentimenti III, IV e V: tutti e tre militavano nella Lazio negli anni Quaranta. I fratelli Sentimenti erano nove, nati nel Modenese tra gli anni Dieci e Venti del Novecento. Cinque di essi intrapresero la carriera da giocatore di calcio come professionisti: per distinguerli era consuetudine, all’epoca, posporre al cognome non il nome di battesimo, ma un numero seriale, che teneva conto della rispettiva data di nascita.
Ennio Sentimenti (Sentimenti I), nato a Bomporto (Modena) nei primi anni Dieci, è il meno noto dei fratelli Sentimenti. La sua attività di calciatore si svolse soprattutto in squadre di provincia (come il Nonantola, Md, o altre compagini minori).
Arnaldo Sentimenti (Sentimenti II), nato a Bomporto (Modena) nel 1914, chiamato Noci in famiglia e Chéri dai compagni di squadra, ha giocato come portiere nel Modena e poi nel Napoli (dove militò per 12 campionati, di cui 8 come capitano). Detenne per decenni il record di imbattibilità della rete da lui difesa (poi fu superato dal portiere granata Castellini, detto il Giaguaro). Era bravissimo nel parare i rigori: nella sua lunga carriera riuscì a pararne 36. Memorabile fu il “derby” Modena-Napoli giocato nel 1942, che vide schierati, ognuno a difesa della rete della propria squadra, i fratelli Sentimenti IV (Modena) e Sentimenti II (Napoli).
Vittorio Sentimenti (Sentimenti III), Bomporto (Modena), 18 agosto 1918 – Torino, 27 settembre 2004, giocava col ruolo di centrocampista, ma col fiuto del gol. Era anche conosciuto con il soprannome di Bersagliere. Cresciuto nel Modena, nel 1940 conquista il titolo di capocannoniere in serie B, con 24 gol. Poi passa alla Juve (dove gioca per 8 stagioni e segna 62 reti): qui giocò anche in coppia con il fratello Lucidio Sentimenti IV. Poi approda alla Lazio (3 anni), quindi al Toro, e infine nuovamente al Modena.
Lucidio Sentimenti (Sentimenti IV), detto Cochi (Bomporto, 1° luglio 1920 – Torino, 28 novembre 2014), è stato anche allenatore di calcio, oltre che calciatore italiano col ruolo di portiere. Si narra che la sua carriera sportiva sia iniziata con una lettera al Modena con cui così si presentò alla dirigenza: «Ho quasi quindici anni, faccio il garzone calzolaio e guadagno 15 lire la settimana. Vorrei giocare. Va bene qualsiasi ruolo. Anche portiere». Gianni Brera lo descrisse «freddissimo determinista, dotato di una astuzia luciferina». Sentimenti IV si forma nel Modena, ma esplode nella Juve. È considerato il primo portiere goleador, in quanto sapeva ricoprire anche il ruolo di ala e andare in rete. Nel 1947 fu schierato in Nazionale come portiere assieme ai dieci giocatori del Grande Torino, contro l’Ungheria. La partita fu vinta dall’Italia per 3 a 2 (con una doppietta di Gabetto ed un gol di Loik). Nel 1949 passa alla Lazio, dove gioca il fratello Vittorio Sentimenti III, e dove milita per cinque anni. Fu qui alla Lazio, come già s’è detto, che per qualche tempo si schierò il Trio Sentimenti, composto dai fratelli Sentimenti, III, IV e V. Sentimenti IV passò poi al Vicenza e infine al Torino.
Primo Sentimenti (Sentimenti V), nato a Bomporto (Md) nel 1926, è stato anche un allenatore di calcio. Come calciatore ricopriva il ruolo di difensore. È il quinto dei cinque fratelli Sentimenti, ed è pertanto noto anche come Sentimenti V, oltre che con il soprannome di Pagaia. Come tutti i suoi fratelli, cresce alla scuola del Modena; poi passa al Bari ed approda alla Lazio, dove per qualche tempo, con i fratelli Sentimenti III e IV, formerà il già ricordato e mitico Trio Sentimenti.
Figure di calciatori e di uomini d’altri tempi, e… d’altri sentimenti. Per loro ho scritto, e loro ho dedicato, questa poesia:
Sentimenti
Era un bel
calcio, buoni sentimenti,
la maglia stretta e l’uno sulla schiena,
e la parlata schietta modenese,
gente che ride solo quand’è in vena.
Mai
conosciuto il trio dei Sentimenti?
C’era Vittorio, detto il Bersagliere,
centrocampista, forte cannoniere.
E poi Lucidio, ch’era detto Cochi;
sapeva uscir
di piede come pochi,
e alla bisogna si schierava all’ala:
l’unico che, coi dieci del Torino,
vestì la maglia azzurra in nazionale.
E c’era
Primo, Sentimenti quinto:
tra gli aquilotti mai si diede vinto.
Che trio di fratellanza e geometria,
di calcio sano, maschio e di poesia.
Candido
football degli Anni Quaranta:
granitico fair play e temperanza…
e che tenace fedeltà alla maglia,
di cui resta un ricordo in lontananza.
Ma i
Sentimenti, terzo, quarto e quinto,
io non li scordo, e come da un dipinto,
o da una stampa in stile bavarese,
mi parlano in dialetto modenese.