I volti dei migranti ospiti di Mezzenile nelle foto firmate da Gianni Oliva
MEZZENILE. Si è inaugurata venerdì 20 luglio, tra le 19 e le 22, al Castello Francesetti Ospiti, un evento che fa comprende un progetto fotografico, una mostra, un video e un catalogo sui ritratti di alcune famiglie migranti ospiti nella comunità di Mezzenile, in Val di Lanzo. La rassegna, curata da ArtPhotò, con la collaborazione dell’Associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali di Torino, ha aperto i battenti il giorno successivo e si potrà visitare sino al 29 luglio con orario 9-12 e 15-18 a ingresso libero. Le immagini sono del fotografo Gianni Oliva, che dopo aver lavorato nel mondo della pubblicità, ha volto lo sguardo alle persone, donne e uomini con culture e storie antiche. Un mestiere, quello del fotografo che lo ha spinto a ricercare e a viaggiare in tutto il mondo. Tante le immagini scattate in Lituania (anni 2008), in India (2014/15), in Patagonia (2017), a Cuba (2015) che hanno generato mostre ed esposizioni in gallerie e musei. Ritratti che rappresentano “la verità del momento”. Con questo nuovo progetto Oliva ha sviluppato l’idea di fotografare alcuni migranti (famiglie, uomini, donne, bambini) accolti e aiutati nell’inserimento in Italia, a Mezzenile.
Come spiega la curatrice Tiziana Bonomo di ArtPhotò, «questo progetto nasce dalla volontà di conoscere alcuni momenti della vita dei migranti senza voler rappresentare la quotidianità, la casa d’accoglienza, i pasti o i giochi dei bimbi, ma dalla volontà di soffermarsi su una giornata di festa, di gioia, con il vestito nuovo fatto su misura, una giornata con i figli e i propri cari, da ricordare e di cui conservare e spedire una foto ai genitori e parenti».
Le foto in piccolo formato sono già state stampate e regalate ai protagonisti delle immagini, mentre quelle più grandi di formato 70 x 100 tutte a colori saranno esposte nel Castello Francesetti.
«La quotidianità di Mezzenile – prosegue la curatrice –, scandita da un ritmo regolare di vita, è stata ad un certo punto modificata con l’arrivo di nuove persone provenienti da lontani paesi africani, con tratti somatici, culture e tradizioni diverse. Donne, bambine, famiglie, giovani sono stati accolti in un centro a Mezzenile. Inizialmente erano in sei oggi circa quarantacinque in attesa di un trasferimento per una destinazione definitiva. Gianni Oliva ha iniziato a vederli in paese, a rendersi conto del senso di provvisorietà, di desiderio di futuro, di una nuova comunità, di un certo isolamento, di difficoltà. Ha impiegato del tempo per creare il set fuori dallo studio, a richiedere la liberatoria, a lasciare il tempo ai migranti per mettersi spontaneamente in posa. È andato e tornato diverse volte e alla fine la tentazione di una mostra, del coinvolgimento degli abitanti che accolgono, dei migranti che ricevono, delle paure e delle ansie, dei desideri e delle curiosità, di quanto si apprende e si conosce, di rendere omaggio a Mezzenile sotto l’influsso benefico della montagna… la tentazione ha vinto sui dubbi del fare bene o male, dell’interpretazione politica o culturale con un titolo “Ospiti” della montagna, ospiti di questo vasto, diverso mondo. Oggi loro a Mezzenile chissà forse domani noi a Bamako!»