Il diabolico di Torino in un libro firmato da Daria Testoni e Paolo Ranzani
Per i tipi dell’editore Scrittura Pura di Asti è appena uscito un interessante libro scritto da Daria Testoni, scrittrice marchigiana innamorata di Torino. E proprio al capoluogo sabaudo, unica città al mondo a far parte sia del Triangolo della Magia Nera (con Londra e San Francisco) sia di quello della Magia Bianca (con Lione e Praga), è dedicato questo volume dal titolo emblematico: Torino diabolika – Piccolo atlante dei luoghi arcaici e misteriosi. Un vero e proprio prisma attraverso cui scoprire i lati oscuri e incantevoli della città più magica d’Italia.
Il volume di 200 pagine è illustrato di numerose fotografie firmate da Paolo Ranzani (che è anche il curatore dell’opera) per scoprire i luoghi e fatti misteriosi della città, andando a scomodare un passato anche scomodo. E scusate il bisticcio di parole. Ci riferiamo a fatti di un passato remoto quanto vicino che videro protagonisti diabolici personaggi. E’ il caso dell’omicidio di via Fontanesi, firmato nel 1958 da un misterioso Diabolich (così si era firmato l’assassino), mai arrestato dalla polizia e dal cui nome le sorelle Angela e Giuliana Giussani presero spunto per creare un cult del fumetto italiano: Diabolik, per l’appunto.
In quanto ai luoghi misteriosi la lista è lunga: si va da Palazzo Barolo, in cui riecheggia la leggenda del fantasma di Elena Matilde a Villa Capriglio, ribattezzata la casa maledetta, dal castello della Rotta presso Moncalieri alle grotte alchemiche nel sottosuolo di Torino, da Villa Melano, ribattezzata la casa del diavolo al cimitero di San Pietro in Vincoli. Eppoi ci sono i personaggi e i fatti che hanno contribuito a fare di Torino una città carica di mistero: da Gustavo Rol a Carlo Mollino, dal tesoro nascoso in un pilone del ponte sul Po intitolato a Vittorio Emanuele I alla comunità di Damanhur, ancora al macabro mistero dell’hotel Gran Cairo.
E come scrive Mariano Tomatis nella prefazione che titola “Colpito dalla sindrome di Stendhal” Daria Testoni è riuscita, attraverso una scrittura accattivante e supportata da una ricca letteratura in merito, a «riportare in vita luoghi e persone scomparse, definire le architetture e spalancare i misteri di quella che De Chirico chiamava “la città più profonda, la più enigmatica, la più inquietante non solo d’Italia, ma di tutto il mondo”».