Luoghi da scoprireΩ Primo Piano

Il Lago inferiore di Ciamousseretto, nel Parco nazionale del Gran Paradiso

Una lunga gita estiva sul versante piemontese del Gran Paradiso, che si può effettuare in due giorni, pernottando nella ex Casa di caccia del Gran Piano, e che offre anche belle mete intermedie per chi dispone di una sola giornata

di Furio Chiaretta
tratto da Piemonte Parchi (12 giugno 2024)

Dall’estate 2017 è possibile dormire nel rifugio non gestito allestito nella ex Casa di caccia del Gran Piano. Un luogo splendido, scelto non a caso da Vittorio Emanuele II per le sue estati di caccia in alta montagna.

A partire dal 1860 il sovrano fece realizzare cinque “reali casine di caccia” in ripiani a 2000-2200 metri di quota, collegate fra loro da oltre 150 chilometri di strade di caccia, realizzando quello che si potrebbe definire il primo itinerario di trekking attrezzato con posti tappa della storia.

Il re infatti durante l’estate si spostava a cavallo da una casa di caccia all’altra, alternando le attività venatorie a quelle di governo: “Pochi dei suoi decreti portano la data di Roma, Firenze, Torino; i più portano quella di Valsavarenche, luogo prediletto delle cacce reali” scriveva nel 1978 l’Unità cattolica, con evidente esagerazione e malcelata critica della passione di Vittorio Emanuele II per le valli del Gran Paradiso.

La casa di caccia citata è quella di Orvieille, in parte distrutta da una valanga e utilizzata dal Parco come casotto in quota per la sorveglianza e la ricerca. Quelle di Dondena nella Valle di Champorcher, del Lauson in Valle di Cogne e del Colle del Nivolet sono diventate rifugi alpini. La casa di caccia meglio conservata è quella del Gran Piano , in Valle Orco, che è stata ben restaurata e ora affianca alle attività del Parco anche l’ospitalità per gli escursionisti che visitano il Vallone di Ciamousseretto.

L’ex casa di caccia del Gran Piano

Ci sono 3 stanze con letti a castello in legno per 10 persone, servizi igienici con doccia e una cucina attrezzata in cui i visitatori possono preparare i pasti: ma non vi è un gestore, quindi bisogna portare il cibo nello zaino e recuperare le chiavi a fondovalle prima di salire. Una notte qui è splendida, grazie anche al ridotto inquinamento luminoso, che permette di osservare belle stellate.

Si può anche immaginare come si presentava il ripiano ai tempi del “re cacciatore”: intorno c’erano il grande tendone per i pasti e le numerose tende per guardiacaccia e inservienti, mentre nella palazzina dormivano il re e i dignitari che lo aiutavano nelle attività di governo.

Il Gran Piano è collegato al fondovalle da una comoda strada di caccia che si alza lentamente con molti tornanti: percorrerla a piedi è piacevole ma decisamente lungo, quindi per effettuare la gita è meglio salire – in auto o a piedi – a Balmarossa, poi seguire la mulattiera che porta a Varda, dove si prende il sentiero 552 che tra pascoli e alpeggi raggiunge la strada di caccia a quota 1900: così la si percorre solo per gli ultimi 300 metri di dislivello, che portano al Gran Piano (2222 m). Per chi non lo conosce, il pianoro con la ex Casa di caccia è già una splendida meta per una gita di giornata.

Poi, dopo il pernottamento o il giorno stesso, si continua sulla mulattiera – utilizzata dal Re per raggiungere le postazioni di caccia – che sale al piccolo ripiano con il Lajet (laghetto, 2396 m), altra bella meta intermedia. Infine, con altri 100 metri di dislivello, si arriva al vasto ripiano con il Lago inferiore di Ciamousseretto (2493 m), meta della gita.

Nel tratto successivo la mulattiera è stata in gran parte distrutta dalle frane e la salita al Lago superiore si svolge su tracce di sentiero poco segnalate tra le pietraie, di frequente avvolte dalla nebbia, quindi è riservata a escursionisti esperti.

Arrivare in auto

Si risale la Valle Orco attraversando Noasca, si fanno quattro tornanti e poco dopo, in vista della galleria, si prende la stradina in salita che fa subito un tornante a destra, sale ai due nuclei di Balmarossa inferiore e superiore, e con pochi tornanti arriva a una sbarra: si parcheggia negli slarghi lungo la strada (1300 m circa). La valle è servita anche da poche corse di bus di linea, ma i tempi per raggiungere Noasca da Torino sono decisamente lunghi.

Il percorso è indicato con tratteggio verde (estratto della Carta della Valle d’Orco, Alpi Canavesane 08, p.g.c. Mu edizioni)

A piedi da Balmarossa al Gran Piano

Si segue l’asfalto arrivando subito in uno slargo dove la stradina prosegue sterrata. Qui si trova la mulattiera (cartelli Gran Piano) che dopo pochi passi torna sullo sterrato, in un tornante a sinistra: seguendolo si tocca un casotto dell’acquedotto e subito dopo si ritrova a destra la bella mulattiera che si tiene a monte della strada e dei tetti delle case di Fragno. Giunti al bivio presso un pilone votivo, si segue il ramo di destra che fa un tornante e porta subito a un altro bivio, a monte delle case di Varda (1525 m, 0.30 ore).

Si sale a destra sulla mulattiera che con una rampa sfiora subito le baite Crestet (1555 m), prosegue a gradoni nel bosco e va in diagonale ombreggiata da frassini e noccioli, poi si alza con lievi svolte uscendo nei pascoli dell’Alpe Muracci. Ridotta a sentiero, fa una diagonale verso sinistra (ovest) alternata a brevi svolte, con vista sulla valle, giungendo a un costone con roccioni affioranti fra l’erba. Il sentiero sale parallelo al costone, poi poggia a destra e presto riprende a salire a svolte con vista sulle Levanne e sul Vallone di Noaschetta. Si sfiora il rudere di un alpeggio in un minuscolo ripiano, si attraversa un rio con vista sulla valle  e si va ancora a destra in diagonale transitando poco a valle dei ruderi dell’Alpe Ramajot (1823 m, 0.50 ore): lasciato a sinistra il sentiero per l’Alpe Gran Prà, si prosegue diritto, con lievi saliscendi fra i roccioni, arrivando a 2 ponticelli con cui si attraversa il torrente Ciamousseretto.

Arrivando nella Conca del Lajet

Seguendo segni e ometti si sale in un dedalo di roccioni, poi il sentiero di nuovo evidente si alza a gradoni, parallelo al torrente che scende spumeggiante . Giunti sotto un roccione scuro dalla strana forma, si va a destra quasi in piano, uscendo su un tornante della strada di caccia (1899 m, 0.20 ore; qui si può arrivare anche percorrendo tutta la strada reale, dal parcheggio dopo i 4 tornanti di Noasca, in 2.30 ore).

La strada reale si alza ancora con 11 brevi tornanti offrendo un bel panorama sulla valle, sulle Levanne e sulle cascate del rio Ciamousseretto, poi va in diagonale attraversando una pietraia, quindi fa un’altra serie di 5 lunghi tornanti, con cui attraversa più volte la stessa pietraia a quota via via più elevata. Infine va ancora in mezza costa e con un breve zig-zag esce su un ripiano da cui si abbassa verso sinistra giungendo nel pianoro (2222 m, 1.10 ore), con la ex Casa di caccia del Gran Piano che ospita il rifugio non gestito. Di giorno nel ripiano pascolano le capre , ma al tramonto e all’alba è possibile avvistare stambecchi e camosci.

A piedi dal Gran Piano al Lago inferiore di Ciamousseretto

Dalla Casa di caccia si attraversa il ruscello (sorgente) e si prosegue nel pianoro puntando al casotto della centralina elettrica, addossato a un roccione, da cui si seguono i tubi dell’acqua. Giunti presso i ruderi dell’Alpe Gran Piano (2240 m) si svolta a destra ritrovando la strada reale che transita a monte della ex Casa di caccia, fa 3 tornanti, poi traversa in direzione nord-ovest, guadagna quota con 10 svolte tra erba e sassi, va ancora in diagonale verso la testata della valle e arriva a un bivio (2420 m, 0.40 ore, cartelli).

Il lago inferiore di Ciamousseretto

Lasciata a destra la mulattiera per la Bocchetta del Ges, si va diritto tra le rocce montonate raggiungendo subito la selletta da cui appare la piana con in fondo il Lajet : in lieve discesa tra le rocce montonate si raggiunge il pianoro, che si attraversa tenendosi sul suo margine sinistro (per evitare vaste zone umide) e si costeggia il laghetto . Arrivati ai ruderi dell’Alpe Lajet (2397 m) ci si abbassa di pochi metri, ritrovando la mulattiera che si tiene sul fondo del valloncello poco inclinato, fra rocce montonate ed erba, affacciandosi sullo spumeggiante torrente Ciamousseretto. Lo si costeggia in sinistra orografica, facendo uno zig-zag, fino a una pietraia che si supera (ometti) poggiando un poco a sinistra, e attraversando anche un ramo del torrente (gran parte delle acque scorre sotto la pietraia). In uno spiazzo erboso si ritrova la mulattiera di caccia che, tenendosi a sinistra delle cascate del Ciamousseretto , si alza a svolte uscendo in una vasta piana. La strada va in piano (nord) attraversando la piatta pietraia sotto cui scorre il torrente, e piegando a sinistra fra le rocce montonate giunge sulla sponda del Lago inferiore di Ciamousseretto (2493 m, 0.35 ore). Detto anche Lago Grande, è dominato dall‘imponente parete est del Ciarforon .

Costeggiando il lago, si aggira un costone oltre il quale la strada di caccia è talvolta coperta dall’acqua di un vasta zona umida: in tal caso occorre tenersi sulle rocce montonate, abbassandosi più avanti alla mulattiera che punta a ovest tagliando i pascoli poco inclinati (ma spesso umidi) dell’Alpe dietro il Lago (2510 m, 10 min), da cui si può osservare un bel panorama della conca.

Il ritorno è sul percorso di salita (3 ore circa). Attenzione al Lajet (2396 m), dove si costeggia il pianoro sul lato destro, e poi si risale nel valloncello di destra.

Cascata sotto il Lago inferiore

Variante iniziale

Nei fine settimana estivi gli slarghi al termine della stradina sono pieni di auto. Conviene allora partire dalla SP 460, con 30 minuti di cammino in più. Da Noasca si fanno i 4 tornanti e dopo la curva a destra (pilone votivo) si trova un lungo spiazzo per il parcheggio (1127 m). Alcuni cartelli indicano l’inizio della mulattiera GTA che sale a svolte sulla destra orografica del torrente Ciamosseretto. Presto si esce sulla stradina asfaltata, su cui si fa una curva a sinistra, aggirando la borgata Balmarossa di Sopra. Appena a monte delle case si cerca a destra la prosecuzione del sentiero, che si alza a monte della curva e sfiorando altri due tornanti giunge nello slargo dove la stradina prosegue sterrata. Qui si trova la mulattiera (cartelli Gran Piano) descritta nell’itinerario base.

Informazioni utili

Dislivello: 1000 + 300 m.
Tempo di salita: 2.50 + 1.25 ore.
Tempo complessivo: 7.15 ore.
Difficoltà: E.
Periodo consigliato: da metà luglio a settembre.
Carte: Mu edizioni scala1:20.000, Alpi Canavesane 08, Carta della Valle d’Orco; Fraternali scala 1:25.000, n. 24 Valle Orco, Gran Paradiso.

Informazioni: segreteria turistica del Pngp, versante piemontese, presso il centro visitatori di Noasca, via Umberto I, tel. 0124 901070, info.pie@pngp.it, aperta dal lunedì al venerdì, ore 9-12: si trovano informazioni su condizioni dei sentieri, apertura dei centri visitatori, attività del Parco, visite guidate.

Per dormire: rifugio escursionistico non gestito Casa di caccia del Gran Piano (2220 m): prenotazioni e informazioni per il recupero delle chiavi al 339 7711676, 349 6387585, 366 5054930, southfaceparadise@gmail.com; dopo la prenotazione e il bonifico (35 € a persona per notte) di solito si ritirano le chiavi all’osteria Edelweiss di Locana.

Note: i cani non si possono portare, neppure al guinzaglio.

Previsioni meteo: www.nimbus.it

Mappa dell’itinerario : Il percorso è indicato con tratteggio giallo su un estratto della Carta della Valle d’Orco, Alpi Canavesane 08, Mu edizioni, www.muedizioni.it 

Foto e testo di Furio Chiaretta *

* Furio Chiaretta è giornalista e “sentierologo”: progetta, descrive e fotografa itinerari escursionistici. Le sue ultime guide pubblicate sono: I più bei sentieri del Parco nazionale del Gran Paradiso; Passeggiate sulle montagne torinesi; Andar per laghi: 56 passeggiate a 196 laghi dalle Marittime al Gran Paradiso, con Blu edizioni (da cui è tratto questo itinerario); 142 laghi in Valle d’Aosta: 48 gite a piedi, con Mulatero editore; Le più belle escursioni panoramiche in Trentino; I sentieri più belli tra laghi, panorami e rifugi del Trentino; Rilassanti escursioni tra le montagne vicino a Torino, con Edizioni del Capricorno.

Piemonte Parchi

Piemonte Parchi è una rivista di informazione e divulgazione naturalistica pubblicata dalla Regione Piemonte. Nel 2023 festeggia quarant'anni di attività, unendo al taglio naturalistico degli articoli, l'interesse per l'attualità. "Unica" nel suo genere, nel corso degli anni è passata da rivista cartacea bimestrale a mensile, mentre nel 2006 ha registrato un proprio dominio, diventando anche una testata giornalistica online. Oggi, la versione telematica ha sostituito parzialmente quella cartacea. Quest'ultima continua a uscire come supplemento al web con uno o due numeri speciali all'anno. Le edizioni monografiche sono a tiratura limitata e vengono distribuite nei parchi piemontesi, ma sono anche scaricabili online gratuitamente.

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