Alla scoperta del Parco del Meisino e dell’Isolone di Bertolla, approdando poi al Parco Colletta
Nel capoluogo piemontese, uno scampolo di natura incontaminata dove s’incontrano i fiumi
TORINO. Ciò che li distingue, è il fatto di essere sulla sponda destra o su quella sinistra di un corso d’acqua, a monte o a valle di un ponte, a Nord o a Sud della confluenza di un fiume.
Ciò che li accomuna, è che si estendono nella zona a Nord o a Nord-Est della città, e costituiscono delle vaste riserve naturali di rara bellezza: sono i parchi fluviali che si trovano in prossimità o convergono attorno a quel magico luogo in cui si confondono le acque del Po, della Stura e della Dora Riparia.
Un punto topico della città, ricco di storia, di leggende e, appunto, di magia.
Come il Parco del Meisino. L’etimologia del toponimo ne spiega il signifcato: Meisino sta per terra di mezzo, dal piemontese ’meisin’, ed identifica quel lembo di terra, sulla sponda destra del corso idrografico del Po, che separa un ampio tratto del corso del fiume dalle falde della collina di Superga.
Il Parco del Meisino, con i suoi 450.000 m² (pari a 45 ettari!), è uno dei polmoni verdi più ampi della città. Verso Nord-Est si protrae fino al Ponte di Corso Luigi Sturzo, la Diga del Pascolo e la Curva delle Cento Lire. L’area si estende dal Ponte di Sassi, lungo Corso Casale e la Strada del Meisino, fino a raggiungere, in direzione di San Mauro, la cosiddetta Pulchra Rada (dal latino: bella spiaggia), da cui deriva il toponimo Pulchrerada, che poi era l’antico nome con cui veniva chiamato il primordiale e antico borgo di San Mauro.
Una lunga pista pedonale-ciclabile costeggia tutto il parco, valicando con passerelle i torrentelli Sant’Anna e Costaparigi, entrambi scendenti a valle dalla collina di Superga.
Incluse nella stessa riserva naturale torinese sono il Parco Colletta e il Parco dell’Arrivore, entrambi collocati sulla sinistra idrografica del Po.
Questa vasta area, oggi tutelata nel suo insieme, fu in passato soggetta a ricorrenti esondazioni, causate dalle piene del fiume.
Nel 1952 si rimediò a queste frequenti tracimazioni con la costruzione di robusti argini in muratura. Con l’erezione della Diga del Pascolo, venne creato poi un invaso per la produzione di energia idroelettrica: il cosiddetto “Canale Derivatore” della diga, che diede origine all’artificiale Isolone di Bertolla.
La prima sistemazione del Parco del Meisino risale al 1988: con la legge Regionale 28 del 1990, venne istituita nell’area la Riserva Naturale Speciale del Meisino e dell’Isolone di Bertolla ed il parco venne inglobato nel sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po.
L’attiguo Parco Colletta venne inaugurato negli anni Ottanta, mentre per il completamento del Parco dell’Arrivore si dovette attendere il mese di Ottobre del 2009.
Vorremmo però spendere ancora due parole sull’Isolone di Bertolla, un’oasi nell’oasi.
L’isola rappresenta un’area naturalistica pressoché vergine: ed è forse l’unico esempio di garzaia urbana presente in Italia (si definiscono garzaie quelle aree in cui nidificano gli aironi). L’isolone, che ha una forma molto allungata, e si protrae fino a San Mauro, prende il nome dal quartiere di Bertolla, nella Circoscrizione 6 di Torino, cui la parte più settentrionale dell’isola appartiene. La parte più meridionale dell’isola compete invece al quartiere Barca.
Sull’isola sono presenti molti pioppeti, che si sono rivelati l’habitat naturale ideale per la nidificazione di una vasta colonia di aironi cenerini. Ma c’è da dire che tutta la riserva, con gli anni, ha assunto un sempre più alto grado di interesse ornitologico, potendosi oggi contare circa cento diverse specie di uccelli, tra cui molti esemplari di svasso maggiore e di tuffetto. Tra i canneti che si estendono attorno al bacino della Diga del Pascolo, nidificano inoltre il germano reale e la gallinella d’acqua. E non è dunque un caso se nell’Isolone di Bertolla il birdwatching è molto praticato.
Il Parco del Meisino è il luogo ideale per le passeggiate, per il biking, e per il podismo. Non mancano all’interno diverse strutture sportive, tra cui un centro ippico, campi per il gioco delle bocce, campi da calcio e un’area per il beach volley.
Nella zona più staccata dal fiume, alla cosiddetta Borgata Rosa, sono stati creati oltre cinquanta orti urbani, assegnati soprattutto ai residenti nel quartiere.
Davvero tanti buoni motivi per andare al Meisino e concedersi una sgambata o una biciclettata nel parco, in qualunque stagione dell’anno.
(Sergio Donna)
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Bibliografia:
- Autori Vari, Giardini di Torino, Ël Torèt | Monginevro Cultura, Torino 2021
- TripAdvisor, I migliori 10 Giardini in Provincia di Torino – https://www.tripadvisor.it/Attractions-g1152935-Activities-c57-t58-Province_of_Turin_Piedmont.html