Angelo Robotto, direttore generale di Arpa Piemonte, nel parlare dei dati 2017 li ha confrontati con quelli degli anni passati: «Fare un confronto tra i dati che oggi presentiamo e quelli del passato è quindi importante per comprendere come sta cambiando l’ambiente in cui viviamo. Dopo più di quindici anni la qualità dell’aria è sicuramente migliore: dai 254 superamenti per il PM10 nella stazione di Torino-Grassi del 2001 siamo passati ai 112 del 2017 anche se il rispetto del limite dei 35 giorni di superamento di 50 microgrammi al metro cubo è ancora lontano. Anche ozono e benzene sono in trend positivo e inquinanti come piombo o monossido di carbonio da anni sono ben al di sotto dei limiti di legge. I miglioramenti sono il risultato delle politiche ambientali messe in atto, dell’evoluzione dei motori e dei combustibili, del teleriscaldamento
Ma cosa farà nell’immediato la Regione per fare fronte ai cambiamenti climatici? Una risposta ce la dà l’assessore regionale all’Ambiente Alberto Valmaggia,
«Il nostro ente – dice Valmaggia – ha formalizzato la decisione di avviare la Strategia regionale sui cambiamenti climatici, come primo tassello della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, che dovrà essere costruita entro maggio 2019. I principi della sostenibilità informano tutta l’attività della Giunta regionale di quest’anno. Il Piano Paesaggistico Regionale di recente approvato, il redigendo Piano di Qualità dell’Aria, l’avvio della revisione del Piano di Tutela delle Acque, i disegni di legge per la gestione sostenibile del territorio (contenimento del consumo di suolo e recupero dell’edificato), la redazione e l’approvazione di nuovi Piani di Gestione dei siti di Rete Natura 2000, la pianificazione sui rifiuti e l’economia circolare, la sensibilizzazione diffusa, la nuova
Certo, il cambiamento climatico procura impatti di varia entità. Ad esempio, si rilevano anticipi nell’inizio del periodo di pollinazione in corrispondenza di annate in cui i due o tre mesi precedenti sono stati caratterizzati da temperature tendenzialmente più elevate della media. L’andamento climatico si ripercuote in particolare sullo stato di salute delle foreste, di cui il Piemonte è particolarmente ricco, con un patrimonio forestale che copre circa il 52% della superficie territoriale. Autunni o inverni troppo miti, se da un lato limitano gli attacchi crittogamici, dall’altro favoriscono una elevata deposizione e sopravvivenza di uova di insetti fitofagici che causano forti e ripetute defogliazioni, aumentando lo stato di stress e quindi la debolezza delle piante, rendendole più vulnerabili ad ulteriori attacchi parassitari.
I numeri della relazione sullo stato dell’ambiente in Piemonte riguardano, come ogni anno, le tre grandi matrici ambientali: aria, acqua e suolo e il clima come macro-area cognitiva. Sono consultabili sul sito http://relazione.ambiente.piemonte.it
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