Il timido bucaneve, una bianca stella mattutina
Il sole è freddo il gelo resiste, però è bene andare a fare ugualmente una capatina nei parchi più antichi: sotto ai vecchi alberi, nei sottoboschi e su per i sentieri possiamo vedere il primo fiore, il timido ma incantevole bucaneve.
Un fiore molto semplice che da sempre si trova da noi in Italia, dall’ottocento in poi lo si coltivava per raccoglierne i fiori e farne dei bouquet delicati. Oggi trascurati e dimenticati questi piccoli fiori, varrebbe la pena di ripiantarli perfino in terrazza in un grosso vaso già occupato da altri arbusti più grandi. All’aperto e dovunque lo si può ripiantare, infatti questo piccolo bulbo non ha alcuna esigenza, salvo quella di farsi apprezzare per la sua precocità, goccia di neve, è anche chiamato.
Quando fiorisce, è circondato dalle sue piccole foglie verdi a punta, e ha un fiore bianco a forma di campanello con una piccola macchietta di verde che fa da batacchio. Vedi il richiamo, è segno che la natura lavora ancora incessante nel sottosuolo e sta buttandosi l’inverno alle spalle: facciamo altrettanto andiamo a cercare qualche varietà di questo bucaneve. A proposito i botanici lo chiamano “Galanthus” ovvero latte e fiori, in Sicilia lo chiamano “Jacinteddu” e si coltiva allo stesso modo dei giacinti.
Ma anche sulle montagne nel Friuli e nella Toscana era presente un tempo e non vogliamo che proprio da noi vada in estinzione, sostituito dall’anonimo tappeto verde, che oltretutto sotto le grandi piante presenta sempre la sua pelata. Per rimediare alla pelata perché non piantare anche una bella piantina di Hosta, ora dormiente e appena affacciata a fior di terra come una punta di lancia gialla?
È una perenne che cresce facilmente e d’estate ci accompagna con le sue foglie larghe tonde e lussuose, d’un verde brillante, talora variegate persino sfocianti nel blu. Darà un effetto che allude alla savana.
Roxi Scursatone