Italo Tajo, il cantante lirico pinerolese apprezzato per le doti vocali e per la sua presenza scenica
Il basso Italo Tajo nacque a Pinerolo il 25 aprile 1915. Il padre Luigi (nato nel bellunese) e la madre Adele Dell’Eve (bergamasca) si erano trasferiti in Piemonte per lavoro, dopo essersi sposati ad Atene. Il giovane Italo studiò per due anni violino, recitò in una compagnia teatrale di dilettanti, poi, sollecitato dalla madre, si dedicò al canto, studiando a Torino con Nilde Stichi-Bertozzi. Nel 1935 debuttò nella stessa città come Fafner ne L’oro del Reno e nel 1937 fu Monterone in Rigoletto al teatro Carignano. Nel 1940 debuttò alla Scala (dove apparirà regolarmente fino al 1956), nel 1942 cantò a Firenze come Leporello in Don Giovanni e partecipò alla prima italiana di Wozzeck di Berg all’Opera di Roma. Dopo la guerra mondiale la sua carriera si sviluppò rapidamente a livello internazionale, con debutti a Londra, Parigi, Buenos Aires.
Nel 1946 esordì negli Stati Uniti alla Lyric Opera di Chicago e nel 1948 debuttò alla San Francisco Opera e
al Metropolitan (Don Basilio nel Barbiere rossiniano), iniziandovi una regolare attività prevalentemente in
ruoli semiseri e buffi, quali Figaro, Leporello, Dulcamara, Don Pasquale, Gianni Schicchi. Nonostante sia
maggiormente ricordato per il repertorio comico-brillante, affrontò anche diversi ruoli drammatici, come i
verdiani Banco, Attila, Filippo II e il Boris di Musorskij. Si distinse inoltre nel repertorio moderno partecipando alla prima esecuzione di David di Darius Milhaud e interpretando opere di Luciano Berio, Gian Francesco Malipiero, Adriano Lualdi e Luigi Nono. Partecipò alla prima italiana di Guerra e pace di
Prokofiev nel 1953 a Firenze.
Apprezzato per le doti vocali e per la sua presenza scenica da grande attore, fu attivo anche nel musical, rilevando nel 1957 Ezio Pinza in South Pacific, seguito da Kiss Me, Kate. Negli Anni Quaranta partecipò ad alcuni film-opera (Lucia di Lammermoor, L’elisir d’amore, Il barbiere di Siviglia) e negli Anni Ottanta ai video di Tosca come Sagrestano al Metropolitan e de La bohème come Benoit alla San Francisco Opera. Nel 1966 iniziò l’attività di docente presso l’Università di Cincinnati, continuando ad esibirsi fino a oltre settant’anni in ruoli di caratterista (Geronte in Manon Lescaut, i già citati Benoit e Sagrestano), frequentemente al teatro Metropolitan, dove fece l’ultima apparizione nel 1991. Nel 1985 fu protagonista di un Convegno a lui dedicato, tenutosi a Torre Pellice e Pinerolo, con la partecipazione del soprano Magda Olivero e dei critici Giorgio Gualerzi, Guido Tartoni, Bruno Baudissone e Cesare Clerico (autore del libro “Italo Tajo. La parte del basso”, Scomegna 1985).
Morì a Cincinnati il 28 marzo 1993. La salma fu traferita in Italia e accolta con una solenne cerimonia
funebre nel duomo di Pinerolo, dove risuonò la sua celebre voce registrata nel “Tuba mirum” dal Requiem di Mozart. Il Comune di Pinerolo ha poi intitolato al cantante una sala nella ex Chiesa di San Giuseppe, che ospita periodicamente concerti e mostre. La discografia di Italo Tajo comprende Le nozze di Figaro, Don Giovanni (Leporello), Andrea Chénier, Rigoletto, Don Pasquale, La gazzetta, L’occasione fa il ladro, oltre a numerose registrazioni dal vivo.
Bruno Baudissone