Krumiri, i biscotti casalesi nati per ricordare Vittorio Emanuele II
CASALE. L’antica Pasticceria Rossi a Casale Monferrato la conoscono tutti. Una sorta di tempio consacrato dalla storia da un biscotto che ha segnato la storia degli ultimi 140 anni del Piemonte. E una su tutte, i krumiri. Per raggiungere la pasticceria casalese è sufficiente seguire il profumo di biscotti appena sfornati che inebria le stradine del centro. Benché la produzione di questi biscotti sia ancora oggi a livello artigianale, sono conosciuti in tutta Italia. La friabilità e il gusto delizioso li rendono perfetti da inzuppare nel tè e nel latte, ottimi anche per accompagnare creme e liquori. Regalano momenti di puro piacere e possono essere gustati sia a colazione che come dolcetto a merenda o dopo cena.
I krumiri vennero creati da un pasticcere locale, Domenico Rossi, nel 1878. Pare che il nome derivi da un liquore che andava di moda a quei tempi, il Krumiro, e che il Rossi amava bere con gli amici al bar. E pare anche che una sera il pasticcere, ispirato dalle conversazioni e dal liquore, sia andato in laboratorio e abbia fatto un biscottino che a suo parere poteva adattarsi al liquore. Meno probabile l’ipotesi che il nome derivi dalla parola Crumiro, che significa lavoratore non aderente a uno sciopero, a sua volta la parola deriva dalla bellicosa tribù tunisina dei Khumir che diede pretesto alla Francia per invadere la Tunisia nel 1881.
Sta di fatto che il biscottino ebbe un tale successo che venne subito copiato dagli altri pasticceri locali, costringendo il Rossi a mettere sulle Gazzette locali delle inserzioni in cui asseriva che gli unici ed originali krumiri (questo era il nome che aveva dato al suo biscotto) erano i suoi e che bisognava diffidare dalle imitazioni. Le prime inserzioni apparvero nel 1878, ed è questo l’anno a cui solitamente si fa risalire la nascita dei biscotti. E lo stesso anno in cui morì Vittorio Emanuele II, e si dice che i biscotti vennero piegati nella forma che conosciamo in omaggio ai baffi a manubrio del re.
Seguirono poi meriti e riconoscimenti, dalla medaglia di bronzo all’Esposizione Universale di Torino del 1884, alla concessione dei brevetti di Provveditore delle case dei Duchi di Aosta, di Genova e della Real Casa d’Italia. Sino al riconoscimento a Rossi – da parte del sindaco di Casale nel 1890 – della paternità dei krumiri, protetti da brevetto nel 1972. La ricetta originale, che è stata anche brevettata, vanta oggi la denominazione Pat (Prodotto groalimentare tradizionale). Anche se i dosaggi sono segreti e conservati dalla famiglia Rossi di generazione in generazione, sono ormai diverse le pasticcerie piemontesi che ne producono delle proprie personali versioni.
Ingredienti
350 gr di farina, 100 gr di burro ammorbidito, 100 gr di zucchero a velo, 1 cucchiaio di miele, 1 uovo intero, 2 tuorli, 1 cucchiaino di lievito per dolci, un pizzico di semi di vaniglia, sale.
Preparazione
In una ciotola versate il burro ammorbidito a temperatura ambiente e lavoratelo con lo zucchero a velo, il miele, la vaniglia e un pizzico di sale. Sbattete le uova e i tuorli e uniteli al composto precedente. Amalgamate bene e aggiungete la farina e il lievito. Mescolate tutto e lasciate riposare per almeno 20 minuti in frigorifero. Versate il composto in una sac à poche o trafila per biscotti con punta dentellata e formate delle striscioline lunghe circa 7 cm un po’ ricurve su una teglia ricoperta di carta forno. Infornate a 180° C e cuocete per 15 minuti. Dovranno diventare fragranti e dorati.