La “Birra Piemonte” punta ad entrare a far parte dell’elenco PAT della Regione
Scrisse una volta William Shakespeare, «un boccale di birra è un pasto da re»; sebbene noi non stiamo parlando oggi de “il racconto d’Inverno”, opera invero sublime e di cui si consiglia sempre una lettura – o, perché no, una rilettura! – è però adeguato dire che, davvero, anche i re bevono la birra.
E non solo loro; pensate che, da quel lontano giorno in cui fu prodotta per la prima volta, in Mesopotamia nel 7000 a.C. circa, oggi la birra è una delle bevande più consumate al mondo, con una produzione totale annua di ben 180.332,523 tonnellate l’anno. Il paese che ne produce di più? La Cina, seguita a ruota dagli Stati Uniti, dal Brasile, dal Messico e dalla Germania, con marchi che, come Tsingtao, Snow e Yanjing, pressoché sconosciuti in occidente, spopolano con produzioni dai numeri incredibili. È però la Repubblica Ceca il paese leader nel consumo della birra: 142,6 litri pro capite. In teoria, potremmo quasi dire che la popolazione ceca beva una pinta di birra ogni 35 ore, per un totale di 250 pinte l’anno; ma, d’altronde, non c’è da stupirsi: parliamo di un paese che, con l’ambrosia d’orzo, ha avuto a che fare per secoli interi e che, della sua produzione, ha fatto un simbolo di tecnica e tradizione. D’altronde, la Repubblica Ceca è stata la prima ad aver istituito un “museo della birra”.
E in Piemonte? Qui da noi sono oltre 80 i micro-birrifici presenti nel territorio, molti dei quali nati relativamente in epoca recente, ma non dobbiamo pensare che, di birra, in Piemonte si parli da poco. Tutt’altro. La produzione di birra sul nostro territorio è sempre stata “consistente” e, per quanto poco rispetto ad altri prodotti, ha origini lontane: già nel 1877 erano attive, in Piemonte, ben 32 fabbriche di birra, per una produzione complessiva di più di 26.000 ettolitri.
In questi giorni, la “Birra Piemonte” ha presentato ufficialmente la richiesta di poter essere inserita nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) della Regione Piemonte. «Sono soddisfatto del percorso portato avanti. Tra gli obiettivi futuri, oltre all’ottenimento del Pat e della Legge Regionale sulla birra Piemontese, con il successivo inizio del percorso riguardante l’Igp, dobbiamo intraprendere una capillare promozione del prodotto sul mercato nazionale e su quello internazionale», spiega Claudio Conterno, presidente e direttore provinciale CIA. «Stiamo anche lavorando per mettere insieme alcune proposte dei consiglieri regionali, con lo scopo di ottenere una Legge piemontese che definisca le regole per la produzione della birra con l’uso di materie prime locali e dia ai birrifici agricoli la possibilità di ottenere i necessari sostegni per gli investimenti nelle loro aziende, traducendo in norme una parte del percorso definito con il disciplinare del PAT».
Nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria, nei due anni passati il Consorzio Birra Origine Piemonte (Bop) è riuscito a reinventare sé stesso, a partire dal logo, e a intraprendere la lunga strada per l’ottenimento della certificazione PAT. Insomma, una strada, questa, che punta non solo alla promozione della birra piemontese in Italia, ma, perché no, anche a farla conoscere nel mercato internazionale, dove, sicuramente, saprà farsi conoscere e apprezzare dai consumatori.