La chiesa torinese del Corpus Domini e il “Miracolo del SS. Sacramento” nel giugno 1453
TORINO. La Basilica del Corpus Domini è posizionata sull’omonima piazza, un po’ più arretrata rispetto all’asse di Via Palazzo di Città, più o meno a metà del tracciato che separa Piazza Castello da Piazza Palazzo di Città.
La storia di questa Chiesa è collegata a doppio filo al cosiddetto “Miracolo di Torino”, avvenuto il 6 Giugno 1453. In alta Val di Susa, un saccheggiatore aveva trafugato un calice d’argento cesellato nella Chiesa di Oulx, contenente almeno un’ostia consacrata. Il prezioso manufatto rubato venne chiuso in un sacco, insieme ad altri oggetti sacri trafugati, per essere trasportato a valle a dorso di un mulo, ed essere infine venduto a Torino. Quando il quadrupede si trovò a transitare davanti alla Chiesa di San Silvestro (posizionata più o meno dove oggi s’erge la Chiesa del Corpus Domini), il mulo si piegò sulle ginocchia e non ci fu verso di farlo proseguire. Il sacco si rovesciò e da esso si elevò, raggiante e immobile a mezz’aria, un’ostia consacrata.
Il fatto avvenne in pieno giorno, di fronte a decine di persone che si trovavano nella piazzetta, e che gridarono esterrefatte al miracolo. Il vescovo di Torino, Ludovico di Romagnano, subito informato di quel fatto miracoloso, ed accompagnato dal clero, si precipitò sul posto. Poi afferrò il calice tra le mani, e lo pose sotto l’ostia ancora librante in aria, che lentamente si adagiò su di esso.
Si formò subito e spontaneamente un sacro corteo in direzione del Duomo: al seguito del vescovo e del clero si accodarono centinaia di torinesi, che si diedero convegno nella Cattedrale, dove l’ostia miracolosa venne conservata come reliquia.
A ricordo del Miracolo di Torino, tra il 1526 e il 1528, venne fatta edificare da Matteo Sanmicheli di Verona una cappella, proprio nel sito in cui era accaduto l’evento soprannaturale.
Solo più tardi, (su disegno di Ascanio Vitozzi) venne costruita l’attuale Chiesa del Corpus Domini, che si sovrappose alla già ricordata cappella, in seguito ad un voto fatto dal duca Carlo Emanuele I per liberare la città dalla peste del 1598. La prima pietra venne posata nel 1607. Il Beato Sebastiano Valfré fu il primo rettore della Chiesa.
Nel 1753, in occasione del terzo centenario del Miracolo, la chiesa venne poi arricchita di marmi, ornati e dorature, ad opera dell’architetto Benedetto Alfieri. I tre affreschi della volta che ricordano il miracolo (Il furto sacrilego, L’arcivescovo orante, e La processione verso la Cattedrale) sono stati eseguiti nel 1853 dall’artista Luigi Vacca. Il quadro sovrastante l’Altare Maggiore è opera di Bartolomeo Caravoglia, pittore piemontese attivo nella seconda meta del Seicento, discepolo del Guercino.
La prima cappella di destra è dedicata alla Madonna delle Grazie. A lato, è posizionata la statua in bronzo di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, che fu canonico della Chiesa: proprio qui, il 2 Settembre 1827, dopo aver assistito alla morte di una giovane mamma e mentre era in preghiera davanti al dipinto della Madonna delle Grazie, il Cottolengo ebbe l’ispirazione di fondare la Piccola Casa della Divina Provvidenza.
Il luogo preciso in cui avvenne il “Miracolo del Corpus Domini”, all’interno della Chiesa, sul lato sinistro, è ora delimitato da una ringhiera, che racchiude e protegge una lastra di marmo commemorativa posata sul pavimento.
Sergio Donna
Bibliografia:
Giuseppe Isidoro Arneudo, Torino Sacra, nelle sue Chiese, nei suoi Monumenti religiosi, nelle sue Reliquie, Giacomo Arneodo Editore & C., Torino, 1898
Emilio Borbonese, Guida di Torino, Roux Frassati & C., Torino, 1898
Francesco Cognasso, Storia di Torino, Aldo Martello Editore, Milano, 1961
Autori Vari, Chiese, Campanili & Campane di Torino, Ël Torèt | Monginevro Cultura, Torino, 2020