MONCALIERI. Una diretta radio, una cerimonia con inaugurazione ufficiale alla presenza delle istituzioni civili e militari e della Filarmonica, e un gran galà che vedrà esibirsi un tenore accompagnato da un maestro del pianoforte consacreranno la storica Fiera Nazionale della Trippa di Moncalieri da venerdì 5 a domenica 7 ottobre. Dopo il successo presentato da Coldiretti Torino e Città di Moncalieri presso lo stand della Camera di Commercio di Torino a Terra Madre Salone del Gusto, toccherà all‘ex Foro Boario ospitare l’evento patrocinato da Comune di Moncalieri, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino, Regione Piemonte e Città Metropolitana di Torino.
Esiste addirittura una “Accademia della Trippa”, che rappresenta uno dei principali punti di riferimento per la valorizzazione, la salvaguardia e la promozione di questo prodotto, della sua storia e delle sue ricette, oltre ad adoperarsi per diffondere, in Italia e all’estero, la conoscenza storica del “quinto quarto”, cioè della trippa. A livello locale si trova una “Associazione per la valorizzazione della Trippa di Moncalieri”, che ha lo scopo di promuovere il prodotto del territorio moncalierese, tipico della tradizione contadina locale, quale elemento di eccellenza della produzione di qualità alimentare a livello nazionale.
Pare che a Genova, in una nota tripperia storica, siano passati a degustare la trippa persino personaggi quali Giuseppe Mazzini, Giseppe Garibaldi, Giuseppe Verdi, Nino Bixio e Goffredo Mameli.
Dotata di tutela legislativa, la trippa di Moncalieri è classificata come “Prodotto agroalimentare tradizionale della Regione Piemonte”, presentandosi, inoltre, come alimento ricco di proteine e povero di grassi. È costituita dall’apparato digerente del bovino fino all’apparato intestinale, quindi da esofago, rumine, reticolo, omaso, abomaso e duodeno. In Piemonte l’esofago viene chiamato erbera, mentre il rumine è quantitativamente la parte più rilevante e viene chiamato larga o mantello. Attaccato al rumine resta il reticolo, che per la particolare forma è detto il nido d’ape, ocuffia. A forma di palla e pieno di strati simili a fogli è invece l’omaso, ribattezzato fogliolo, centopelli, millefogli obibbia. Infine, l’abomaso ed il duodeno, le parti più controverse, perché a seconda della tradizione locale sono considerate la parte più nobile, o una parte del tutto snobbata.
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