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La maestosa Fontana dei Dodici Mesi al Parco del Valentino

Fu disegnata da Carlo Ceppi, celebre ‘archistar’ molto attivo a Torino tra la fine dell’Ottocento e i primi due decenni del Novecento

La maestosa Fontana dei Dodici Mesi che si affaccia sul Viale Boiardo al Valentino è opera dell’architetto torinese Carlo Ceppi, un celebre urbanista, una vera archistar dell’edilizia civile e religiosa degli anni compresi tra la fine dell’Ottocento e i primi due decenni del Novecento. Molto longevo (la longevità è una prerogativa di molti architetti, chissà mai perché), era nato nel 1829 a Torino, dove morì nel 1921. A lui si devono molti splendidi edifici religiosi della città, come l’ardita Chiesa del Sacro Cuore di Maria (in San Salvario) o quella di San Gioacchino (costruita tra il 1876 e il 1882). Fu lui a progettare il pronao e le cappelle ellittiche laterali del Santuario della Consolata, nonché l’imponente pronao della Chiesa di San Francesco di Sales. A lui si devono anche gli eleganti palazzi della diagonale Via Pietro Micca e la Stazione Ferroviaria di Porta Nuova.

Particolare della Fontana dei Dodici Mesi di Carlo Ceppi. Allegoria del Mese di Settembre. Torino, Parco del Valentino.

La Fontana dei Dodici Mesi del Valentino gli fu commissionata in occasione dei festeggiamenti del 50° Anniversario dello Statuto Albertino, celebrati nel 1898, in concomitanza con una indimenticabile Esposizione Universale, che ebbe una eco e una portata davvero internazionale. Le costruzioni e i padiglioni in cui vennero accolti gli espositori erano destinati ad essere abbattuti alla fine dell’evento, e per tale ragione furono quasi tutti costruiti con materiali leggeri (gesso e legno) che potessero garantire solidità, certo, ma anche un rapido e agevole smantellamento dopo l’effimero uso. La Fontana, invece, venne realizzata in cemento, con l’intento di farne una stabile attrazione scenografica di grande portata. L’ampia vasca ovale è alimentata da una cascata maggiore centrale e da due flussi minori laterali, su cui sovrastano quattro statue che personificano i quattro fiumi che bagnano Torino: le tre Sture che scendono dalle tre Valli di Lanzo (rappresentate dallo scultore Luigi Contratti con altrettante figure di nudo femminile), il Po (statua realizzata da Edoardo Rubino), la Dora Riparia (una scultura con le sembianze di una pastorella, opera di Giacomo Cometti) ed il Sangone, rappresentato da un genio che sorride a due amanti (opera di Cesare Reduzzi).

Fanno corona alla vasca dodici figure femminili, che rappresentano le allegorie dei dodici mesi dell’anno. L’opera monumentale, nel suo complesso, rappresenta una sintesi di stile eclettico (che in certi particolari sembra anticipare il liberty) e di stile neo-rococò: è stata recentemente oggetto di un radicale restauro durato cinque anni e nel 2019 è stata restituita ai Torinesi e ai turisti con tutto il suo originario splendore.

Ma perché questa fontana è stata realizzata proprio lì, a pochi passi dal Po? Tutti gli interrogativi hanno una risposta, e se non ce l’hanno, la fantasia della mente umana si affretta a trovarne una, per quanto suggestiva e fiabesca.

Fontana dei Dodici Mesi, Allegoria del Mese di Giugno. Torino, Parco del Valentino

La mitologia narra che Fetonte, figlio del dio Elio, ottenuto il permesso dal padre di salire sul Carro del Sole, per dare prova della sua forza e della sua esuberanza, volle provare a condurre quel carro lungo gli spazi immensi della volta celeste. Ma il giovane inesperto e presuntuoso Fetonte, in preda all’ebbrezza della velocità, finì presto per perdere il controllo dei cavalli. Fu una corsa sfrenata e fuori controllo, tale da sovvertire l’ordine delle stagioni e causare devastazioni e inondazioni sulla Terra e sconvolgimenti nel succedersi delle stagioni.

Fontana dei Dodici Mesi, Allegoria del Mese di Ottobre. Torino, Parco del Valentino.

Fu Zeus a fermare quella corsa rovinosa scagliando un fulmine sul Carro del Sole, che si arrestò all’istante, precipitando a peso morto nelle acque di un fiume. Quale fiume? Il Po, per l’appunto. E dove? Dove ora sorge la nostra città, e a voler essere ancora più precisi, proprio lì dove è stata costruita la Fontana dei Dodici Mesi. Non so se Ceppi avesse davvero pensato al mito di Fetonte quando si mise a tavolino a disegnare la scenografia di questa incantevole Fontana. Ma c’è da dire che questa monumentare opera armonica e suggestiva rievoca atmosfere classiche e magiche che ci riportano ad epoche lontane, nell’era dei miti e delle leggende.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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