La poliedrica Margherita Oggero al Teatrino Civico di Chivasso
CHIVASSO. Rinnovati ancora una volta i fasti del sempre ricchissimo Salone Internazionale del Libro di Torino, gli autori più noti riprendono il loro giro per far conoscere le loro ultime fatiche, soprattutto presentandosi a un pubblico già amico e comunque fedele. Questo può dirsi senz’altro anche di Margherita Oggero, l’ex-professoressa di Lettere e collaboratrice della sede RAI di Torino, che da moltissimi anni è meritatamente sulla breccia come autrice di romanzi di successo ed è attesa la sera di mercoledì 16, con inizio alle 21,00, al Teatrino Civico di Chivasso, città, quest’ultima, ove ella ha sempre raccolto unanimi consensi.
Abbandonato per il momento il filone poliziesco che l’aveva resa celebre (le inchieste dell’insegnante-detective Camilla Baudino, portate anche in TV con la ben nota serie “Provaci ancora, Prof!”), da un po’ di tempo la Oggero si sta concentrando sull’altro aspetto della propria ricca produzione libraria, con romanzi tra essi assai diversi, popolati da personaggi la cui psicologia è parimenti differente. L’ultima fatica, uscita per i tipi di Einaudi nell’ottobre scorso, s’intitola Non fa niente ed ha il proprio fulcro in due figure femminili: l’ebrea berlinese Esther, che sfugge al Nazismo trasferendosi in Svizzera e colà incontrando e poi sposando un ingegnere piemontese di nome Riccardo, e l’umile e giovanissima Rosanna, che lavora a servizio presso la casa ove vivono i genitori dello stesso ingegnere, ricchi possidenti. Ad un certo punto accade che Esther sia inesorabilmente impossibilitata ad avere figli, che il marito pur vuole ardentemente: Rosanna giunge allora in soccorso della colta e raffinata donna tedesca, stabilendo con lei un patto segreto e assai delicato. Ecco quindi un susseguirsi di vicende e situazioni sapientemente inquadrate con l’evolversi dei decenni e il mutare degli scenari storici, in una cavalcata temporale che attraversa il secondo conflitto mondiale, la ricostruzione e il boom, la contestazione giovanile e il terrorismo, arrivando al fatidico 9 novembre 1989, con la caduta, dopo ventotto anni, del “muro della vergogna” di Berlino.
Una saga familiare scandita dalla cronaca che diventa storia ? Certamente molto di più e Margherita Oggero avrà modo di illustrarne alcune caratteristiche al pubblico chivassese, interrogata, con la profondità di pensiero, la serietà e la grande cultura che da sempre la contraddistinguono, dalla poliedrica intellettuale Marina Rota.