La Pratolina, un fior gentile nei giardini di marzo
Il suo nome botanico è Bellis ma noi la conosciamo da sempre come la pratolina, margheritina, fiorellin di prato, fior gentile, e questo dimostra come sia la più nota e la più diffusa in ogni luogo. Ed è anche la più usata, oltre a comporre mazzolini, per le sue benefiche proprietà in farmacia ne farà certo male usarla in cucina per deliziose zuppette depurative primaverili.
Ma perché si chiama Bellis? Qualcuno dice che deriva dal latino Bellus, altri invece da Bellum che è appunto l’essenza che se ne trae per uso farmaceutico, ma chi ama il mito preferisce derivarne il nome dalle Bellidi, le cinquanta figlie del re Danao, il prolifico e crudele re che praticava a quel tempo una politica matrimoniale alquanto scorretta, obbligando poi le figlie ad uccidere i loro mariti. Noi che della pratolina amiamo la semplice prolificità possiamo andare nei prati a vederla mescolata al verde dell’erba e scoprire quanta allegria danno i suoi bianchi capolini là in mezzo. È anche il primo fiore che i bambini ai loro primi passi incerti imparano a conoscere.
Queste piantine perenni, di facile produzione e coltivazione sono diventate ormai molto consuete nelle nostre fioriere e nei nostri giardini. Ci sono molte nuove varietà che sebbene perenni sono ibridi e vengono coltivate in modo biennale, hanno capolini tondi e compatti come tanti bottoncini di corallo rosso come la Bellis Mostruosa e altre ancora più belle come la Pomponette dal colore vario che va dal rosso al rosa. Di solito le varietà destinate ad essere piantate nei vasi si seminano in agosto e sono pronte poi per i fiori già da febbraio in avanti; una volta sfiorite si possono trapiantare in terra e se l’estate non è molto calda le varietà ibride sopravvivranno e torneranno con il tempo a rifiorire e ad essere le semplici pratoline.