La vita avventurosa e maledetta del bandito Sante Pollastri da Novi
Sante Pollastri, uno dei criminali più famosi italiani tra le due guerre, morì a Novi Ligure il 30 aprile 1979. Il movente che spinse Pollastri a diventare uno dei più acerrimi nemici delle forze dell’ordine e dei carabinieri non è ancora stato del tutto chiarito. Secondo alcuni fu l’uccisione di suo cognato, con cui stava fuggendo dopo aver svaligiato un appartamento, da parte dei carabinieri, per altri sarebbe legato alla vicenda di uno dei suoi fratelli prelevato a forza per la chiamata alle armi, poi morto in caserma e la terza riguarderebbe la sorella Carmelina, che sarebbe stata violentata da un militare dell’arma dei carabinieri, poi ucciso da Sante. Anche la fama di anarchico, che da sempre è legata al nome di Pollastri, pare che derivi da un episodio avvenuto nel 1922, quando dopo essere uscito da un bar e aver sputato una caramella amara al rabarbaro vicino agli stivali di due fascisti, Sante venne picchiato a sangue dai due.
Nel corso della sua lunga carriere criminale, Pollastri fu responsabile a suo dire dell’uccisione in scontri a fuoco di sette membri delle forze dell’ordine. Uno di questi, avvenuto nel giugno del 1926, fu la sparatoria notturna in provincia di Pavia dove morirono, tra Castellaro e Torre Beretti, due carabinieri di Mede, Bellinzona e Terzano, e nel novembre dello stesso anno, ancora più scalpore, suscitò la morte di due poliziotti in un’osteria di via Govone, a Milano.
La fama di Pollastri arrivò in Francia, ma in Italia il bandito rimase quasi sconosciuto poichè la censura fascista limitava fortemente la cronaca nera e solo nel nord dell’Italia le sue gesta trovarono risalto, grazie a racconti in cui la figura del bandito venne mitizzata e ingigantita, come a incarnare la figura del ribelle all’autorità per i movimenti antifascisti e per il mondo anarchico. Oltralpe, una delle rapine di Pollastri più note fu quella alla prestigiosa gioielleria Rubel, a Parigi, che accrebbe la sua fama e lo portò a diventare, per i più poveri, quasi la figura di un Robin Hood, che compiva atti di generosità a vantaggio dei più poveri e degli anarchici latitanti.
Pollastri, così come il campione Costante Girardengo, il ciclista che con le sue imprese fece sognare l’Italia, era di Novi. I due si conoscevano, ma la differenza di età aveva impedito che fossero amici di infanzia; la loro stretta amicizia è stata una licenza poetica che si è preso Francesco De Gregori nella creazione del suo brano Il bandito e il campione. Tuttavia ebbero un amico in comune, il massaggiatore Biagio Cavanna che avrà un ruolo fondamentale in questa storia. A quei tempi Novi Ligure era una città poverissima, la fame attanagliava la gente e le bocche da sfamare erano troppe. Le vie da percorrere erano prevalentemente due: darsi alla malavita o, come Costante Girardengo, tentare la fortuna in quello che pian piano, stava diventando lo sport nazionale: il ciclismo.
Pollastri fu arrestato a Parigi nel 1927, grazie al lavoro degli uomini del commissario Guillaume, che avrebbe poi ispirato allo scrittore belga Georges Simenon il suo personaggio più famoso, il commissario Maigret. Leggendaria fu anche la sua cattura. Si dice, grazie al tradimento di un amico cui aveva fatto una confidenza, diventato poi informatore della polizia. Nel corso dell’interrogatorio, il magistrato chiese a Pollastri se appoggiava posizioni politiche anarchiche e lui disse: “Ho le mie idee”.
Alla fine del processo Sante venne condannato all’ergastolo e dovette scontare la pena a Santo Stefano, piccola isola del Mar Tirreno situata vicino alla costa fra Lazio e Campania. Ottenuta nel 1959 la grazia dal presidente Gronchi, Pollastri tornò a Novi Ligure, dove lavorò come commerciante ambulante di stoffe, fino alla morte, avvenuta all’età di 80 anni.
La storia del bandito, cantata da De Gregori, ha convinto il giornalista e scrittore Andrea Purgatori a scrivere la sceneggiatura di una miniserie in due puntate Il campione e il bandito andata in onda in tv nel 2010. Protagonisti sono Beppe Fiorello e Simone Gandolfo, rispettivamente nel ruolo di Sante Pollastri e Costante Girardengo. Le riprese sono state effettuate a Carignano, Saluzzo, Savigliano e Torino.