Lettera aperta da Asti: sono un cane guida, non un geometra…
Riceviamo questa lettera da Asti che volentieri pubblichiamo…
Da 50 giorni sono in quarantena con Renata, non vedente. In questi giorni ho dovuto cambiare ritmi e abitudini. Il mio adorato parco è stato recintato per garantire un giustificato contenimento ed eventuali contatti per combattere il Covid-19.
Esco regolarmente per espletare i miei bisogni ma sono sempre uscite rapide e limitate anche nelle poche aree verdi disponibili nei dintorni di casa. Regole che Renata sta rispettando e nello stesso tempo anche io devo assolutamente condividere.
In questi giorni non sono più uscito per una passeggiata in città, salito sui mezzi pubblici, frequentato locali e ambienti abituali che da anni conosco e vivo con lei. Quando usciamo di casa c’è un silenzio e incontriamo pochissime persone, anche i miei amici a quattro zampe non ci sono più! Probabilmente anche loro hanno limitato, come me, le uscite e le passeggiate.
Tutto mi pare strano, mi riposo molto e mi annoio anche molto. Ogni tanto mi fermo e guardo Renata.. Lei mi dice delle cose che io non comprendo.. Forse mi vuole spiegare il perché di tutto ciò.. Ma un biscotto e una carezza concludono sempre la sua conversazione.
Presto ci sarà la fase 2, si dovrà riprendere lentamente le vecchie abitudini e la vita quotidiana. Si dovrà mantenere una distanza di due metri, fare le file davanti ai negozi e rispettare la cosiddetta distanza sociale. Ci vorranno molta prudenza e responsabilità da parte di tutti.
Io dovrò svolgere il mio lavoro come sempre ma Renata dovrà sempre essere rassicurata e muoversi in sicurezza. Io non potrò mantenere le distanze prefissate e lei non può controllare quello che avverrà intorno a noi.
Il mio compito è di guidarla e di segnalare ingombri, barriere architettoniche ma non potrò prevenire eventuali trasgressioni di regole. Confido pertanto nel buonsenso e nell’aiuto delle persone che incontreremo, saranno anche loro a darci una mano, ovvero ad agevolarci a mantenere la giusta distanza sociale.
Non posso privare Renata di questo grande bisogno di mantenere la sua autonomia e indipendenza ma il mio ruolo ha dei limiti. Un senso civico e un senso di generosità umana potranno colmare questo grande problema che si sta prospettando per la vita di tanti disabili visivi.
Rispettiamoci a vicenda, collaboriamo e solo con questi buoni presupposti potremo tutti insieme riprendere, piano pian, la tanto rimpianta vita precedente e possiamo aprirne ad una nuova che sarà caratterizzata da nuovi comportamenti e rapporti relazionali. Mi impegnerò pertanto a fare il mio lavoro con grande responsabilità e soprattutto serietà.
A voi la zampa… York