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Lotta agli sprechi alimentari e non solo: l’impegno dei 143 enti piemontesi

TORINO. In occasione della sesta Giornata di Prevenzione dello Spreco, che si è tenuta ieri a livello nazionale, anche i Centri di Servizio per il Volontariato del Piemonte hanno dimostrato di essere in prima fila nel sensibilizzare sul tema dello spreco alimentare in Italia. La lotta allo spreco alimentare, e non solo, è infatti l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato dalla Regione Piemonte con i cinque Centri presenti nella nostra Regione, che collaboreranno per la realizzazione di attività di sensibilizzazione volte ad ampliare la cultura del consumo consapevole (si stima che, ogni anno, un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo dell’uomo vada buttato) e a trasformare lo spreco in opportunità per i cittadini in stato di bisogno.

La prima parte del progetto si è conclusa proprio il 4 febbraio con la prima restituzione delle informazioni emerse da una mappatura realizzata dai CSV su tutto il territorio regionale. I dati fin qui raccolti dal Centro Servizi per il Volontariato Vol. To evidenziano che sul territorio dell’area metropolitana torinese sono attivi 143 enti con oltre 2.000 persone (di cui il 75% sono volontari), impegnati in attività volte al recupero e alla redistribuzione a persone in stato di bisogno di beni alimentari e non, ceduti dai donatori a titolo gratuito con l’obiettivo, tra gli altri, di limitare lo spreco e di sviluppare la cultura del consumo critico.

Variegata la tipologia di beni che viene raccolta e distribuita. Dall’indagine risulta che, sul territorio torinese, la raccolta di “eccedenze alimentari da circuito commerciale” è pari al 35,7% del totale, il “vestiario usato e ricondizionato” è il 22,9%, gli “arredi usati e/o rimessi a nuovo” il 12,5%, i “pasti non serviti dalla ristorazione” il 5%; sono il 8,2% gli “altri beni derivanti da eccedenze o usati”, ad esempio libri e attrezzature varie.

Le attività di raccolta e distribuzione sono rivolte a strati di popolazione che vivono in stato di particolare indigenza: si tratta in massima parte di “famiglie in difficoltà” (31,9%), “persone immigrate” (26,1%), “persone anziane in stato di indigenza” (23,1%) e “persone senza fissa dimora” (16,9%).

“I risultati di questa mappatura – conclude Silvio Magliano, presidente del CSV Vol.To –, uniti alle celebrazioni per la sesta Giornata nazionale di Prevenzione dello Spreco, ci permettono di sottolineare, ancora una volta, una delle principali missioni del Volontariato: educare, soprattutto  le generazioni più giovani, e stimolare una riflessione sulle condizioni svantaggiate e di povertà, promuovendo un cambio di atteggiamento nei confronti dello spreco, non solo quello di  cibo, e riconoscendo come un “dono” prezioso la grande accessibilità a ogni tipo di bene che in questi tempi caratterizza l’intera società”.

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