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Misteriosi tesori e strane apparizioni nel territorio di Oulx

Oulx è una cittadina dell’alta val di Susa, spesso tralasciata per la più conosciuta Salice d’Ulzio, che a pochi chilometri di distanza, è una stazione sciistica rinomata e frequentata anche nella stagione calda per l’ottima posizione e per il clima decisamente gradevole. Nel passato però Oulx era un passaggio obbligato per i viaggiatori che si recavano in Francia ed era estremamente frequentata.

Già nell’880 era attestata una presenza del villaggio, con il nome di Ulces, di probabile derivazione celtica, con il significato di recinto e qui, proprio in quegli anni, sarebbe stato ucciso  San Giusto di Novalesa, vittima dei longobardi che depredavano la valle senza pietà. Poco tempo dopo troviamo Oulx nelle città del Delfinato, antica regione francese, di cui la parte italiana comprendeva l’alta Valle di Susa, l’alta Val Chisone e l’alta Val Varaita che appartenne al Briançonnais dal 972, quando l’imperatore Ottone I di Sassonia lo diede al re di Arles Corrado III, fino all’arrivo dei Savoia, nel 1713.

La chiesa del Sacro Cuore (anche in alto)

Nell’XI secolo la Prevostura di San Lorenzo divenne una vera potenza, in quanto gestiva tutte le chiese della valle, del delfinato, di Pinerolo e dell’Alverna, dava ospitalità ai pellegrini che si recavano a Santiago de Compostela e ai malati o ai mercanti, com’era consuetudine allora. Venne distrutta prima dai saraceni, poi dai longobardi e ancora dagli ugonotti, ma fu sempre ricostruita, fino a diventare l’attuale chiesa del Sacro Cuore, gestita dai Padri Salesiani.

Nel 1494 gli eserciti di Carlo VIII passarono da Oulx diretti a Napoli, costringendo gli abitanti della cittadina a insostenibili sacrifici e dando in cambio la possibilità di tenere una fiera franca (senza tassazione) dal 15 di settembre in poi. La fiera è attiva ancora oggi, si tiene la seconda settimana di ottobre e ospita i piccoli produttori locali, un mercato a chilometro zero parecchio antico!

Un percorso a piedi, pubblicizzato all’entrata di Oulx, porta nome del ministro Des Ambrois, uno dei redattori dello Statuto Albertino

Una particolarità del luogo è una zona protetta, chiamata Riserva naturale dello stagno di Oulx, formatasi dal riempimento di un bacino di cava realizzato per estrarre l’argilla necessaria per fabbricare i mattoni che servivano alla costruzione della Galleria del Frejus (1861 – 1871). In seguito il bacino venne usato per produrre ghiaccio; con quello prodotto dalla ghiacciaia di Salbertrand veniva garantito il fabbisogno di gran parte della Valle di Susa. Dagli anni ‘30 la ghiacciaia venne abbandonata, il lago si è pertanto lentamente colmato ed evoluto naturalmente fino alla condizione di uno stagno circondato da estesi canneti, da torbiere e da prati, leggiamo sul sito dei Parchi Piemontesi (Parks.it), dove si segnala l’importanza dello “stagno” per le specie rare che vi si trovano e che sono ricercate da numerosi zoologi e ornitologi. Tra l’altro la costruzione del Traforo del Frejus fu spinta da uno dei grandi personaggi di Oulx: il ministro Des Ambrois, uno dei redattori dello Statuto Albertino, che si occupò della stesura della legge elettorale per la Camera dei deputati. Un percorso a piedi, pubblicizzato all’entrata di Oulx, porta il suo nome e consente di conoscere le sue opere.

La Riserva naturale dello stagno di Oulx

Oulx ha anche le sue leggende, come il mistero del tesoro nascosto di Cournud Bourud. Si era nel 1747, il 17 luglio vi fu una terribile battaglia contro i francesi. Le truppe del Reggimento delle Guaride erano state allineate al confine, 7500 uomini lottavano per la vita e riuscirono a sconfiggere i francesi. Vi fu un unico sopravvissuto tra questi, Cornud Bourud. Era riuscito a salvarsi perché si era nascosto in una grotta del monte Genevris, sopra Oulx, dove aveva deciso di ritirarsi per diventare eremita, dopo aver visto morire i suoi compagni, dei quali aveva raccolto, come aveva potuto, gli averi: denaro, oro, collane, una cifra inestimabile. La storia sembrerebbe inverosimile, se non fosse che da trecento anni i cercatori di tesori si recano sulle montagne per ritrovare proprio quel tesoro, di cui si parlava già all’epoca.

A Oulx non mancano neppure i fantasmi, ne le “Leggende delle Alpi” di Savi Lopez (da poco ristampato dalla casa editrice Yume), troviamo un chiaro riferimento alle processioni dei morti, molto diffuse in tutta la valle. Si diceva che attorno alle rovine della chiesa di san Lorenzo, edificata su un tempio dedicato a Marte, i fantasmi si aggirassero vestiti con le loro tuniche bianche, pregando a mezza voce, prima di continuare la loro processione notturna, che ricorda molto le schiere selvagge di Odino. Evidentemente i valligiani erano rimasti colpiti dalla distruzione operata dai longobardi, che avevano martirizzato i monaci della Novalesa proprio in quel luogo.

Una passeggiata nelle vie di Oulx è quanto mai gradevole e consente anche di osservare alcune abitazioni che mantengono elementi del passato; un posto in particolare colpisce l’immaginazione: è la libreria di Clara, in via Roma 34, dove il profumo della carta si diffonde, mentre la gentile titolare dall’ottima cultura libraria, mostra libri sulle leggende del luogo, prime edizioni e non, perché la storia non venga dimenticata.

Misteriosi tesori e strane apparizioni nel territorio di Oulx.

testo di Katia Bernacci
foto di Marino Olivieri

Katia Bernacci

Katia Bernacci, giornalista pubblicista, saggista e ricercatrice indipendente, è attualmente direttrice editoriale della casa editrice Yume. Da anni si occupa di divulgazione in ambito culturale.

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