TORINO. La raccomandazione regionale per una nuova sanità, che metta al centro la persona, il suo progetto di cura e la presa in carico dei soggetti fragili o cronici, è già diventata realtà nella ASL Città di Torino. Infatti, è operativo dal 3 luglio scorso il primo progetto pilota in Piemonte per ottimizzare la gestione integrata ospedale-territorio del paziente cronico cardiopatico. La sperimentazione riguarda tutti i pazienti con diagnosi di cardiopatia ischemica dimessi a partire dal 3 luglio dalla Cardiologia del Maria Vittoria, diretta dal dottor Massimo Giammaria, in carico ai Medici di Medicina Generale afferenti al Distretto Nord Ovest, diretto dal dottor Carlo Romano. Un unico gruppo di lavoro, oltre un anno di attività propedeutica, tutte le nove équipe di medici di famiglia del Distretto e tutti gli specialisti cardiologi ospedalieri del Maria Vittoria e territoriali coinvolti in un percorso formativo comune, appena concluso, per tradurre adesso in fatti la nuova filosofia che demanda agli Ospedali la cura nelle fasi acute e al Territorio la gestione cronica della patologia.
Capisaldi del percorso sono: dialogo; utilizzo di strumenti informatici già noti per l’interazione tra le figure mediche ospedaliere e territoriali; numero telefonico dedicato, disponibile tre ore al giorno; e-mail specifica, per favorire la comunicazione tra medici di famiglia ed ospedalieri sui casi inseriti nel progetto pilota; e una “tutor” a disposizione, la dottoressa Alessandra Taraschi – medico in formazione specifica in Medicina Generale, figura di raccordo tra ospedale e territorio – che avrà anche il compito di valutare il percorso stabilito, con un programma di Verifica e Revisione di Qualità. Il direttore generale dell’ASL Città di Torino, il dottor Valerio Fabio Alberti, ha affermato che “questo è un progetto dove gli specialisti ospedalieri e i medici di medicina generale operano in squadra, ognuno essenziale nel proprio ruolo, che deve essere percepito nella sua fondamentale importanza dai pazienti, come una reale integrazione tra ospedale e territorio, ispirata ad una sanità che ruota attorno al paziente. Come attestano le più autorevoli pubblicazioni internazionali, i percorsi di terapia a lungo termine devono essere obbligatoriamente condivisi tra ospedale e territorio, e in quest’ottica sono fiducioso che il nostro progetto pilota possa portare all’ottimizzazione delle risorse per una migliore assistenza sanitaria – conclude – valorizzando ogni figura professionale che ruoti attorno al paziente affetto da cardiopatia ischemica e, a fine anno, diventare modello per l’intera ASL Città di Torino”.
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