Nati il 10 gennaio: il cardinale torinese Maurizio di Savoia (1593-1657)
Quarto figlio di Carlo Emanuele I e di Caterina d’Austria, Maurizio di Savoia nasce a Torino il 10 gennaio 1593. Il padre, per poter “aver sempre la più gagliarda parte nel pontificato”, pensa di farne un cardinale. A quindici anni, Maurizio ottiene da Paolo V la porpora; poco dopo, ha dalla Spagna l’arcivescovato di Monreale; quindi la nomina di canonico della metropolitana di Torino e nel 1611 la sede vescovile di Vercelli. Viene inviato dapprima in missione a Parigi e per quanto non soddisfatto dell’accoglienza avuta alla corte, ottiene la nomina di protettore della corona di Francia presso il Vaticano. Nel maggio 1620, non ritenendosi abbastanza apprezzato nella corte per l’opposizione dei fratelli ostili alla Francia, se ne va a Roma. Geloso del proprio prestigio, Maurizio contrasta al cardinale Guido Bentivoglio la nomina di comprotettore di Francia. Nel maggio 1623, ha dal padre il mandato di recarsi a Roma e di mostrarsi legato alla Francia e a Venezia. Gli spagnoli si vendicano, diffondendo voci calunniose sulla vita che conduce a Roma.
Nel 1626 fonda a Roma l’Accademia dei Desiosi, che si riunisce nel suo palazzo capitolino. Ne fanno parte, oltre a letterati romani come Bruni, Mascardi, Malvezzi, Pallavicino, anche intellettuali torinesi del profilo di Lodovico d’Agliè ed Emanuele Tesauro.
Dopo il trattato di Rivoli del 1634 si schiera contro l’alleanza tra il Regno di Francia e il Ducato di Savoia, assumendo la protezione presso lo Stato Pontificio dell’Impero spagnolo in luogo di quella del Regno di Francia, suscitando così un’accesa polemica con i reggenti sabaudi. Il 7 ottobre 1637 muore Vittorio Amedeo I e gli succede il nipote Francesco Giacinto: essendo ancora egli in età infantile, la madre Maria Cristina di Francia ne assume la reggenza. Maurizio inizia allora a cospirare con il fratello Tommaso al fine di ascendere al trono, cercando appoggi in vari stati. La nobiltà, il clero e l’alta borghesia si dividono nei due partiti dei “principisti”, filo-spagnoli e quindi suoi sostenitori, e “madamisti”, filo-francesi e favorevoli a Maria Cristina, detta Madama reale. Questi contrasti portano allo scoppio della Guerra civile piemontese.
Ad agosto del 1639 Madama reale è costretta a fuggire da Torino (caduta in mano a truppe principiste) con il figlio erede al trono Carlo Emanuele. Tuttavia, già a novembre, essi possono rientrare nella città, grazie alla maestria e all’alta capacità del suo luogotenente generale, il marchese di Pianezza Carlo Emanuele Filiberto Giacinto di Simiana. La pace è raggiunta anche grazie all’accordo matrimoniale tra il cardinale Maurizio e la nipote dodicenne Luisa Cristina o Ludovica, celebrato a Nizza il 21 settembre 1641. Testimoni di nozze sono il Marchese di Agliè e il Marchese di Pianezza, già a capo del Consiglio di Reggenza di Madama Cristina. Dopo il matrimonio la coppia va a vivere a Nizza dove Maurizio ha ricevuto la carica di governatore: non avranno figli.
Nel 1648, dopo aver lasciato la porpora cardinalizia, Maurizio riceve dal nipote Carlo Emanuele II di Savoia il titolo di marchese di Argentera e Bersezio. Gli ultimi anni della sua vita li dedica allo studio della filosofia e delle lettere. Muore a Torino il 4 ottobre 1657 presso la Villa della Regina. Il 24 ottobre vengono celebrate le esequie solenni, con l’orazione Il cilindro composta dal famoso letterato Emanuele Tesauro. Il suo corpo viene inizialmente sepolto nel Duomo di Torino e, nel 1836, traslato nella Sacra di San Michele insieme a quello di altri illustri membri di Casa Savoia (tra cui il duca bambino Francesco Giacinto) per volontà del re Carlo Alberto di Savoia.
(Fonti: Wikipedia e Treccani)