Nati il 10 maggio: Giusto Calvi, giornalista e politico di fede socialista
Tra i giornalisti e letterati alessandrini vissuti a cavallo tra Ottocento e Novecento un posto di rilievo spetta sicuramente a Giusto Calvi. Nato a Mugarone (Al) il 10 maggio 1865 in una famiglia di agricoltori benestanti, è figlio di Luigi e Carlotta Garrone. Sin dall’adolescenza Giusto sensibile ai problemi sociali e alla differenza di condizione tra i poveri e i ricchi, partecipando ai problemi del proletariato. Per questo motivo si iscrive dapprima al Partito Repubblicano, poi all’Internazionale Socialista e infine al Partito Socialista Italiano. Si laurea in Lettere, Filosofia e Storia a Roma nel 1887. Subito dopo assume l’insegnamento presso il Ginnasio di Valenza.
Nello stesso anno fonda Il Gazzettino di Valenza, primo giornale pubblicato in quella città. Lascia l’insegnamento nel 1888 per trasferirsi a Buenos Aires, dove dopo alcuni mesi diviene direttore del giornale Il Roma. Rientrato in Italia, nel 1889 torna all’insegnamento delle lettere italiane nella scuola tecnica di Valenza e fonda con l’amico avvocato Alfredo Compiano il giornale locale Avanti, di ispirazione socialista, dalle cui colonne prende ad attaccare con foga le classi borghesi ed imprenditoriali della città. La reazione si abbatte immediata sul suo capo: gli viene tolta la cattedra e vietata la pubblicazione del giornale.
A quel punto, riprende la via dell’esilio, giungendo nel 1894 negli Stati Uniti: dopo un breve soggiorno a New York passa a Filadelfia e quindi a Richmond, sempre esplicando la sua attività di pubblicista socialista presso diversi periodici in lingua italiana. Il suo distacco dalle posizioni estreme del socialismo entrano sovente in violenta ed aspra polemica coi leader statunitensi dell’anarchia e del collettivismo, arrivando a sfidare in un duello oratorio l’anarchico Pietro Gori. In quegli anni dirige il giornale Il Vesuvio a Filadelfia, poi il Cristoforo Colombo a New York e La sentinella a Richmond. Collabora anche ai giornali Il Patriota, L’Avanti, La Libertà. Nel 1897 sposa Anna Springer e ha una figlia, Libertà. Rientra in Italia nel 1898 e per breve tempo viene incarcerato a Milano per motivi politici. Riprende poi l’attività giornalistica con Idea Nuova.
In seguito, presentato da Enrico Bignami ad Ernesto Teodoro Moneta, a Milano è redattore della Vita Internazionale, organo della Società per la Pace e la Giustizia Internazionale. A Valenza fonda il giornale La Scure. Nel 1904 viene eletto deputato per il Partito Socialista Italiano nel collegio di Valenza. Agli inizi del 1906 è colpito da una gravissima affezione alla gola. Dopo un intervento chirurgico pare riprendersi e ottiene la direzione del Grido del popolo di Torino: ma alla fine dell’anno, peggiorando le sue condizioni di salute, è costretto ad abbandonare l’incarico pur continuando a collaborare al giornale con i suoi scritti. Ritiratosi a Valenza, vi fonda un nuovo periodico, La Scure, organo dell’Associazione proletaria valenzana, che direge fino alla morte il 17 giugno 1908: ha da poco compiuto 43 anni. Nel pomeriggio di quello stesso giorno è commemorato alla Camera non solo dal presidente di turno, come d’abitudine, ma anche dagli onorevoli Pozzo, Viazzi e, con parole particolarmente commosse, dal Treves.