Nati il 10 ottobre: Giovanni Bona, cardinale monregalese vissuto nel XVII secolo
Giovanni Bona nasce a Mondovì il 10 ottobre 1609 da Giovanni Battista, ufficiale dell’esercito, e Lucrezia Zuchena. Dopo aver studiato per cinque anni nella scuola monregalese dei gesuiti, nonostante l’opposizione del padre, nel 1625 entra nell’abbazia di Santa Maria di Pinerolo che appartiene alla Congregazione di san Bernardo, una delle filiazioni italiane dei foglianti. Membro di un antico, severo Ordine contemplativo, viene educato nello spirito rigoroso dei maestri del monachesimo.
Al termine degli studi di filosofia, quando il giovane studente deve trasferirsi a Roma per intraprendervi quelli di teologia, la peste glielo impedisce. Per molti mesi si abbandona da autodidatta alle discipline più varie, fra cui erano matematiche, ebraico e greco. Nel 1633, anno nel quale diviene prete, può finalmente recarsi nella Città eterna per seguire un corso ordinario di teologia. Dopo averlo concluso, diviene professore a Vico, dove insegnò teologia assumendo come manuale la Summa di san Tommaso. Tre anni dopo, tornato nel monastero pinerolese, diventa prima prevosto, quindi abate e nel 1651 è nominato per un triennio generale dell’Ordine.
In quegli anni Bona raccoglie alcuni dei più bei passi dei Padri della Chiesa sulla Messa, e in seguito li dà alle stampe un opuscolo, più tardi ripubblicato con alcune aggiunte con il titolo De Sacrificio Missae. Tra le sue opere maggiori si possono citare la Via Compendii ad Deum (1657), tradotta in inglese nel 1876 da Henry Collins, O. Cist. con il titolo An Easy Way to God, i Principia et documenta vitae Christianae (1673), e l’Horologium Asceticum (Parigi, 1676). La sua Manuductio ad cælum (1658) viene spesso paragonata all’Imitazione di Cristo di Tommaso da Kempis per la semplicità dello stile e della solida dottrina. L’opera conterà su ben 14 edizioni latine in quattro decenni e verrà tradotta in italiano, francese, tedesco, armeno e spagnolo.
Il 20 novembre 1669 papa Clemente IX, pochi giorni prima di morire, lo nomina cardinale del titolo di San Bernardo delle Terme. Dopo pochi giorni, pur se ancora privo delle insegne cardinalizie, partecipa al conclave (20 dicembre 1669-26 aprile 1670) che vedrà eletto il cardinale Altieri al soglio pontificio con il nome di Clemente X.
La sua fama, tuttavia, non è dovuta esclusivamente ai suoi scritti devozionali. Bona è infatti un profondo studioso di antichità ed ha un tale successo nel trattare l’uso del Salterio nella Chiesa Cristiana (De Divina Psalmodia, Parigi, 1663) che il cardinale Pallavicino lo esorta a realizzare uno studio sulla storia della Messa. Rendendosi conto della grandezza del compito, in un primo tempo declina la richiesta, ma alla fine si mette al lavoro e dopo più di sette anni porta a compimento la sua famosa opera: Rerum liturgicarum libri duo (Roma, 1671), una vera e propria enciclopedia di informazioni storiche su tutti gli aspetti della Messa, come i riti, le chiese, i paramenti e così via. L’opera lo rende celebre fra i dotti e gli eruditi, ma provocò anche qualche polemica e l’accusa di eresia da parte di un religioso francescano, il padre Francesco Macedo. L’accusa del padre Macedo viene però inserita nell’Indice dei libri proibiti.
Il cardinale Bona muore a Roma, all’età di 65 anni, il 28 ottobre 1674