Nati il 12 febbraio: il pittore astigiano Michelangelo Pittatore
Michelangelo Pittarore nasce ad Asti il 12 febbraio 1825. E’ figlio di Sebastiano (1778-1854), anch’egli pittore, ma costretto ad abbandonare la carriera artistica di pittore per quella di assai più remunerativa di corniciaio, stipettaio, decoratore, in una piccola bottega di Borgo San Pietro ad Asti. Intuendo le doti pittoriche del figlio, nel 1836 invia Michelangelo, allora undicenne, presso il pittore braidese, Agostino Cottolengo, fratello di Benedetto. Il giovane Pittatore rimane presso il Cottolengo sino al 1838, salvo alcune brevi interruzioni in famiglia ad Asti. In questo periodo il ragazzo si perfeziona nel disegno e a soli 14 anni il padre lo iscrive al corso di “Storia, Mitologia e Costume” dell’Accademia di S. Luca di Roma.
A Roma frequenta lo studio di Tommaso Minardi, proseguendo gli studi fino al 1848 e inviando nel frattempo le sue prove alla Promotrice torinese (1845). In questo periodo l’attività del Pittatore è principalmente indirizzata verso opere che sono ispirate a grandi capolavori del passato. Sono infatti di questo periodo una Sibilla Persica (1845) copia del Guercino ed un’altra tela, copia della Danae del Correggio. Il primo riconoscimento ufficiale gli viene nel 1845 dalla regina Maria Cristina di Savoia, che gli commissiona quattro ritratti dei Cavalieri della Santissima Annunziata (Agliè, castello Ducale).
Tra il 1852 e il 1858, durante un secondo soggiorno romano, si avvicina ai pittori piemontese Enrico Gamba ed Edoardo Perotti, nonché al tedesco Rudolph Lehmann. La vivacità dell’ambiente romano di quel periodo influenza significativamente la pittura di Michelangelo Pittatore, che dà vita a un gruppo di opere definite “di genere”, apparentemente minimaliste, frutto di cronaca e piccole cose domestiche, ma che rivelano, a una più attenta lettura, tutte le inquietudini e le aspirazioni dell’ascesa sociale della nuova classe borghese.
Rientrato nella città natale diventa protagonista della committenza locale dipingendo una considerevole serie di ritratti. Inoltre lavora anche a opere di soggetto religioso per le chiese del circondario astigiano. Realizza lavori seguendo modi rigorosamente accademici (Caterina Brambilla nata Beccaro, 1860, Asti, Pinacoteca Civica) ed esegue un buon numero di dipinti per la parrocchiale di Costigliole d’Asti. Tra il 1868 e il 1872 soggiorna a Londra, lavorando come assistente di Lehmann e di Boxall.
I ritratti eseguiti in età matura, conservati presso la Pinacoteca astigiana, mostrano l’evoluzione in direzione di un verismo di matrice fiamminga, come il ritratto di Umberto I (1880), il ritratto della signora Vogliolo (1888), l’autoritratto in veste di mendicante del 1894. Si spegne ad Asti, nella sua casa di piazza San Martino, il 24 marzo 1903.