Nati il 13 gennaio: il galliatese Giuseppe Bignoli, famoso circense conosciuto come Bagonghi
Giuseppe Bignoli nasce a Galliate (No) il 13 gennaio 1892. Ultimo dopo due fratelli di statura normale, è affetto da nanismo e raggiunge solo un’altezza di 75 centimetri. Nel 1905 lascia Galliate insieme al circo equestre di Aristodemo Pellegrini. Il suo nome d’arte diventa Bagonghi, così come per altri artisti affetti da nanismo, tra i quali Andrea Bernabè del Circo Zavatta, Filippo Ruffa del Circo Orfei e Checco Medori del Circo Togni. Uno dei più noti Bagonghi dell’epoca fu l’artista circense Francesco Medori, scomparso accidentalmente il 25 agosto 1951, intossicato dai fumi mentre si apprestava a spegnere un incendio che a Bolzano aveva colpito i tendoni del circo Togni.
Tornando però alla figura di Giuseppe Bignoli, a soli 17 anni egli diventa il più piccolo cavallerizzo del mondo. Lavora presso i maggiori circhi equestri d’Italia e degli Stati Uniti, tra cui il “Wirt Brothers Circus” e il “Ringling Bros. e Barnum & Bailey Circus”. In America lavora sino al 1926, partecipando anche a numerose tournée all’estero. In una di queste trasferte conosce una nana australiana, Irene Thompson, che sposa. Dopo il viaggio di nozze in Polinesia (una vacanza da veri nababbi per quei tempi), i due divorziano per incompatibilità di carattere.
Si ritira dall’attività a soli 34 anni di età, abbastanza ricco da farsi costruire una casa a propria misura e un’automobile con i comandi al volante, con la quale si reca a Novara e sulle rive del Ticino. Se si trova a Galliate in occasione delle feste che si tengono nella sala da ballo in Castello, Bagonghi partecipa, “con commozione generale” dei presenti, entrando in sala in sella al suo cavallo bianco.
Negli anni Trenta è diventato talmente famoso che, sarcasticamente, Giuseppe Bastianini lo propone a Galeazzo Ciano come nuovo segretario del Partito Nazionale Fascista . In effetti si tratta solo di una battuta. Il gerarca perugino intende dileggiare l’idea di Starace secondo cui un uomo politico dovesse fare carriera anche in base alle sue abilità acrobatiche).
Il 6 settembre 1939 si reca sul Ticino, tra Galliate e Turbigo e con il suo sandolino vuole provare un passaggio tra i due pilastri centrali del ponte, dove l’acqua scorre creando mulinelli veloci. Travolto dalla corrente, il sandolino si capovolge e Bagonghi, nonostante sia un abile nuotatore, muore annegato a soli 41 anni. Il suo corpo viene ritrovato due giorni dopo su una piccola spiaggetta presso Cuggiono. Il fiume ha restituito la salma.
Una curiosità per concludere. Nel linguaggio colloquiale il termine bagonghi può essere usato come epiteto scherzoso (quantomeno nelle intenzioni di chi lo pronuncia) nei confronti di una persona di statura bassa che tende a rendersi ridicola, giganteggiando su meriti che non ha o affrontando argomenti sui quali millanta una finta preparazione suscitando ilarità ai propri interlocutori. Nel contesto piemontese l’epiteto suole indicare una persona dai modi sgraziati, o vestita con indumenti di taglia abbondante.