Nati il 14 dicembre: Michele Benso di Cavour, padre del celeberrimo Camillo
Michele Benso, all’anagrafe Michele Giuseppe Francesco Antonio Benso, è il quinto marchese di Cavour, di Cellarengo e di Isolabella. Nobile, politico e militare è il padre di Camillo Benso, futuro primo ministro e “tessitore” che mette assieme tutti i pezzi della Pensiola per dare vita al Regno d’Italia.
Proveniente da una famiglia antica, ma a quell’epoca gravemente indebitata, dopo l’invasione napoleonica del Piemonte (1796) Michele Benso si arruola nell’esercito francese e combatte agli ordini del generale Schérer nella battaglia di Verona del 1799, persa contro l’esercito austriaco. Durante l’epoca napoleonica, nel 1800, è luogotenente e aiutante di campo di Thaon di Revel. Si stabilisce poi a Firenze e successivamente a Ginevra con lo zio Uberto.
Entrato in contatto con il mondo finanziario di Ginevra, intrapresnde diverse iniziative per risanare i bilanci familiari, tra le quali il matrimonio nel 1805 con la ginevrina Adélaïde (Adèle), marchesa di Sellon d’Allaman e sorella di Jean-Jacques de Sellon. Dall’unione nacscono Gustavo e Camillo, il futuro padre della patria. Grazie alle sue conoscenze ginevrine e con l’appoggio del conte Tancredi Falletti di Barolo, nel 11 marzo 1810 riceve il titolo di I barone dell’Impero Francese; successivamente si affilia alla massoneria napoleonica. Ma dopo la restaurazione la famiglia Cavour viene guardata con sospetto per i legami con il passato regime. Cavour fa così due pubbliche ritrattazioni del proprio passato massonico e viene ammesso tra i frequentatori del principe di Carignano. Riconquista di fatto la fiducia della corte, tanto che nel 1819 è nominato consigliere di Chieri e decurione di Torino.
Durante i moti del 1821 mantiene una posizione di equidistanza che gli permette di conservare la fiducia degli ambienti più conservatori ma anche quella di Carlo Alberto, favorevole ai moti. Grazie al segretario all’Interno Roget de Cholex stabilisce rapporti anche con Carlo Felice, così è nominato membro della Camera di agricoltura e commercio e della Società di agricoltura (1826).
Nel frattempo ha ampliato con l’acquisto delle cascine di Leri e Montarucco le proprietà familiari, che amministra direttamente. Nel 1824 prende parte alla realizzazione della prima linea di navigazione a vapore sui laghi Maggiore e di Como. Si adopera anche per proteggere il figlio Camillo dai sospetti di attività sovversive e ottiene per lui la nomina a sindaco di Grinzane, mentre diventa egli stesso sindaco di Torino (1833, confermato nel 1834).
Nel 1835 è nominato vicario e sovrintendente generale di politica e polizia della città di Torino e nell’occasione dimostra grandi capacità organizzative nell’affrontare l’epidemia di colera di quell’anno, oltre che di altre iniziative come l’illuminazione a gas della città, i progetti per l’asfaltatura delle strade. Nel 1847 lascia l’incarico di vicario di polizia e nel 1848 si pronuncia nel Collegio dei decurioni a favore della richiesta di una costituzione, con un parere che fu ritenuto molto autorevole. Muore a Torino nel 1850.
(con il contributo di Wikipedia)