Nati il 14 maggio: Beppo Levi, matematico allievo di Corrado Segre
TORINO. Quarto di dieci fratelli, Beppo Levi nasce a Torino il 14 maggio 1875, figlio di Giulio Giacomo e Sara Diamantina (Mentina) Pugliese. Si laurea nel capoluogo piemontese nel 1896, allievo di Corrado Segre, mentre negli anni successivi lavorerà fianco a fianco con Vito Volterra e Giuseppe Peano. Importanti sono i suoi contributi alla teoria dei numeri, soprattutto nel periodo che va dal 1905 al 1923. In Italia, Beppo Levi insegna nelle Università di Cagliari, Parma e Bologna fino al 1939, quando, a causa delle leggi razziali fasciste, è costretto ad emigrare in Argentina, dove è chiamato per aprire e dirigere l’Istituto di Matematica della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisico-Chimiche e Naturali applicate all’Industria dell’Universidad Nacional del Litoral nella città di Rosario (attualmente Facoltà di Scienze Esatte, Ingegneria e Agrimensura dell’Universidad Nacional de Rosario), e dove insegna fino alla morte.
Levi dà apporti fondamentali in vari campi, quali la logica, la teoria degli insiemi, la geometria algebrica e l’analisi matematica. In quest’ultimo campo, conseguenotevoli risultati in teoria dell’integrazione secondo Lebesgue. Inoltre, si interessa anche di storia della scienza e di fisica: in quest’ultimo ambito, è da ricordare, in particolare, la sua breve monografia Nuove teorie della meccanica quantistica e le loro relazioni con l’analisi matematica (1926).
Le sue ricerche più importanti riguardano la geometria algebrica (con una certa attenzione alle forme cubiche ternarie), i fondamenti della geometria e dell’analisi matematica, nonché la logica matematica. In particolare, nell’ambito della geometria algebrica, prova che ogni superficie algebrica è birazionalmente trasformabile in un’altra priva di singolarità.
Beppo Levi muore a Rosario in Argentina il 28 agosto 1961: in quei mesi a Torino si sta festeggiando il centenario dell’Unità d’Italia. Anche suo fratello minore (il nono in ordine anagrafico) Eugenio Elia, classe 1883, è tra i grandi matematici italiani: scompare prematuramente come volontario a Subida nel 1917 in un disperato tentativo di frenare l’avanzata nemica dopo la disfatta di Caporetto.