Nati il 15 ottobre: lo scrittore, naturalista e presbitero Giuseppe Francesco Baruffi
Giuseppe Francesco Baruffi è un personaggio eclettico e, molto apprezzato nella prima metà del XIX secolo nel Regno di Sardegna. Nasce il 15 ottobre 1801 nel rione Pian della Valle di Mondovì dal notaio Pietro e da Margherita Canale (cugina del medico monregalese Michele Gastone attivo nelle società segrete piemontesi risorgimentali del periodo preunitario in preparazione dei successivi moti). Compie i primi studi nella città natale ove, imitando un insegnante di filosofia, insieme con alcuni compagni, inizia a raccogliere esemplari della flora del luogo. Si trasferisce poi a Torino per intraprendere gli studi universitari e, prima ancora di completarli, entra in seminario e nel 1824 viene ordinato sacerdote. Due anni dopo, nel 1826, è nominato professore di filosofia e comincia ad insegnare. Nel 1833 diviene docente di aritmetica e geometria all’Università di Torino, incarico che conserva per quasi trent’anni, sino al 1862, quando viene collocato a riposo.
Nel 1849 i concittadini di Monreale lo eleggono alla Camera dei deputati del Regno di Sardegna, ma Baruffi dà le dimissioni dopo solo due mesi. Nello stesso anno diviene consigliere comunale di Torino, carica che mantiene sino al 1875, anno della sua morte. In tale ufficio, si impegna nella promozione di interventi assistenziali per i ceti più disagiati e a favorire il risanamento urbanistico della città sabauda.
Con i suoi saggi, prevalentemente divulgativi, Baruffi dà un contributo apprezzabile alla diffusione della cultura scientifica del tempo. Caldeggia l’utilizzo del gas per l’illuminazione pubblica in un saggio del 1838. E, inoltre, un convinto assertore dell’utilità di procedere al taglio dell’istmo di Suez e a questo progetto dedica un saggio pubblicato nel 1857. Su quest’ultimo argomento scrive anche a Jules Barthélemy-Saint-Hilaire, membro della commissione sul grande progetto ingegneristico.
Annuncia anche l’imminente apparizione della cometa di Halley (veduta a Torino il 30 giugno 1861) e ne parla con l’astronomo Giovanni Plana. Muore a Torino nel 1875, paralizzato e in condizioni di povertà, all’età di 73 anni.