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Nati il 26 luglio: il calciatore Umberto Caligaris, campione del mondo con la Nazionale nel 1934

Umberto Caligaris nasce a Casale Monferrato il 26 luglio 1901. Lega la sua attività calcistica principalmente a due squadre: Casale e Juventus, ottenendo con quest’ultima i suoi principali successi durante i suoi otto anni di militanza a cavallo degli Anni 20 e 30 del secolo scorso. Esordisce a 12 anni nelle squadre libere di Casale, iniziando nell’oratorio del Valentino e poi nello Sparta F.C. Nel 1918 è campione casalese nei 100 metri piani e nel salto in lungo. Nel 1919 si diploma ragioniere. Nel 1919, ad Alessandria, con lo Sparta F.C. vince il torneo “Brezzi” ed è subito preso dal Casale: qui esordisce diciottenne in Prima Categoria, la massima serie dell’epoca, nella vittoriosa partita interna contro il Valenzana (3-1). E’ il 12 ottobre 1919.

Un giovanissimo Caligaris con la casacca nerostellata

Nel 1921 divenne il capitano dei nerostellati e con quella casacca disputa vari campionati ottenendo due qualificazioni alle semifinali interregionali del Nord, senza mai tuttavia riuscire ad andare oltre. Nel 1928 passa alla Juventus, dove forma con Rosetta la celeberrima coppia di terzini con Rosetta. I due, con Gianpiero Combi tra i pali, formano una difesa eccezionale, divenendo uno dei terzetti più famosi della storia del calcio italiano, che contribuirà ai 5 scudetti consecutivi vinti dal club bianconero tra il 1930 e il 1935, il cosiddetto Quinquennio d’oro. Nel 1935 lascia i bianconeri, sostituito dal giovane emergente Alfredo Foni, passando al Brescia nel doppio ruolo di allenatore e giocatore, prima di ritirarsi dal calcio giocato nel 1937.

In Nazionale esordisce appena ventenne, (Italia-Austria 3-3), al fianco di Renzo De Vecchi. Prende parte alla spedizione olimpica azzurra ai Giochi di Parigi 1924 e Amsterdam 1928, vincendo in quest’ultima partecipazione la medaglia di bronzo. Dopo la vittoria in Coppa Internazionale nel 1930, viene convocato da Vittorio Pozzo per il campionato del mondo 1934 durante il quale però non disputa alcuna partita: è quello un grande dispiacere per Caligaris, intenzionato a raggiungere la cifra delle 60 presenze. Tuttavia con 59 presenze (di cui 16 da capitano) rimarrà a lungo il detentore del record di gare degli azzurri: il primato riesisterà suo fino al 1971, quando verrà superato da Giacinto Facchetti.

Come allenatore, la sua prima stagione in panchina a Brescia non è delle migliori, in quanto la squadra retrocede in Serie B; l’anno successivo invece conclude il campionato cadetto all’ottavo posto. Durante la stagione 1936-1937 a Brescia, inoltre, viene colpito da una grave setticemia e salvato a stento. Ripresosi, va ad allenare la Lucchese. Guida successivamente il Modena, prima di tornare alla Juventus nei campionati del 1939-1940 e del 1940-1941, quest’ultimo solamente iniziato prima dell’improvvisa e prematura scomparsa il 9 ottobre 1940. Vittorio Pozzo, gli dedica sulla Stampa un articolo commemorativo dal titolo “Un gladiatore”. Al suo posto, subentra sulla panchina Federico Munerati.
Caligaris viene sepolto nel cimitero di Casale Monferrato. Nel 1973, su iniziativa della Juventus, gli viene dedicato uno dei campi di allenamento del club bianconero, proprio di fronte allo stadio Comunale di Torino. Anni dopo la sua città natia, Casale, gli dedicherà un torneo giovanile.

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