Nati il 18 giugno: Camilla Ravera, prima senatrice a vita della Repubblica
Figlia di un funzionario del ministero delle finanze. Camilla Ravera nasce ad Acqui Terme il 18 giugno 1889. Appena diplomata lavora come maestra a Torino e nel 1918 si iscrive al Partito Socialista Italiano. L’anno successivo entra a far parte della redazione della rivista L’Ordine Nuovo di Antonio Gramsci. Nel 1921 è tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia; incaricata dell’organizzazione femminile, dà vita al periodico La Compagna.
Dopo le leggi d’impronta fascista del 1926 e l’arresto di Gramsci del 1927, si impegna per tenere insieme e in costante contatto i comunisti italiani, cercando di rafforzare l’organizzazione clandestina del PCI; dopo il segretario Palmiro Togliatti che sostituisce Gramsci alla guida del partito nel 1927, la Ravera sarà, fino al suo arresto nel 1930, la seconda personalità del PCI in Italia per importanza. Sarà pertanto delegata a vari congressi del Comintern, dove conosce Lenin e Stalin.
Viene arrestata nel 1930 ad Arona (Novara) e condannata a 15 anni di carcere. Ne sconta 5 in cella, gli altri al confino a Montalbano Jonico, San Giorgio Lucano, Ponza e Ventotene. Nel 1939 prende posizione contro il Patto Molotov-Ribbentrop e viene espulsa dal PCdI assieme a Umberto Terracini.
Riottenuta la libertà, dopo l’8 settembre 1943, continua a lottare e organizzare la resistenza al nazifascismo. Intanto, nel 1945 viene riammessa nel Partito Comunista, è eletta al consiglio comunale di Torino l’anno seguente. Dirigente dell’Unione Donne Italiane, rappresenta il PCI alla Camera in due legislature (1948-1958).
Ritiratasi a vita privata, nel 1982 viene nominata da Sandro Pertini senatrice a vita: è la prima donna nella storia della Repubblica a ricevere questa nomina. Muore nella capitale il 14 aprile 1988 e viene sepolta nel mausoleo del PCI nel Cimitero del Verano. Due giorni dopo la scomprsa sarà ricordata dalla presidente della Camera Nilde Iotti e dal segretario del Partito Comunista Italiano Alessandro Natta. In sua memoria le sono state dedicate alcune strade: a Roma, Alessandria, Ferrara, Suzzara e Rignano sull’Arno. La Città di Torino le ha dedicato un giardino nel 2008 e un asilo nido comunale.