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Nati il 2 agosto: Luigi Schiaparelli, storico, paleografo e diplomatista nativo di Cerrione

Tra le eminenti figure di storici e studiosi di paleografia del Biellese, un posto di rilievo spetta a Luigi Schiaparelli. Nato a Cerrione, nel Biellese, il 2 agosto 1871, si laurea a Torino nel 1894 col conte Carlo Cipolla, del quale si professerà alunno riconoscente per tutta la vita, e con il quale condurrà una lunga e fruttuosa collaborazione per decenni. In seguito si reca in Germania, all’università di Monaco di Baviera per approfondire gli studi dove conosce l’insigne paleografo Kehr, il quale lo coinvolge in un grandioso progetto di spoglio di documenti d’archivio fino allora pressoché inediti che lo porterà in quasi tutta Italia e che gli consentirà di accumulare una straordinaria esperienza sul campo. Nel contempo, d’accordo con Kehr, che gli assicura la sopravvivenza con finanziamenti della Università di Gottinga o con fondi del governo tedesco, prosegue i suoi studi indipendenti sui diplomi dei re d’Italia, tratteggiando un Codice Diplomatico Longobardo, mentre cerca invano di assicurarsi una posizione accademica nell’ambito degli istituti archivistici italiani, dai quali viene sovente escluso per non far parte dell’élite che conta.

Nel 1901 ottiene la nomina ad alunno della Scuola storica di Roma, presso la Società romana di storia patria. A Roma prosegue i lavori già intrapresi, comincia uno spoglio dell’Archivio capitolare di San Pietro in Vaticano e di altri archivi romani, stringendo così rapporti amichevoli con i principali responsabili degli archivi vaticani, soprattutto con padre Franz Ehrle, prefetto della Biblioteca Vaticana. Proprio dell’appoggio di questi e di Kehr si varrà infine per ottenere tramite Pasquale Villari un posto di collaboratore ordinario (con uno stipendio di circa 3000 lire annue) all’Istituto storico italiano. La Giunta dell’Istituto lo nomina collaboratore ordinario dell’Istituto a partire dal gennaio 1902. Nel frattempo presenta senza troppe speranze una domanda per la libera docenza, che con sua grande sorpresa viene accolta all’unanimità dalla Facoltà di Lettere e Filosofia del Regio Istituto di studi superiori di Firenze.

D’accordo con Cipolla e con Villari, è chiamato alla cattedra di paleografia e diplomatica, rimasta vacante dalla morte di Cesare Paoli. Schiaparelli rimane a Firenze per oltre un trentennio, nel quale getta le basi per il suo successivo lavoro di ricerca e di studi sul documento. Organizza il corso di studi in due anni, dandogli uno spessore non eguagliato in alcun ateneo europeo dell’epoca. Nel settembre successivo si fidanza con Maria Vitelli, figlia del collega e celebre papirologo Girolamo Vitelli. Nel frattempo i suoi progetti di grande respiro (Codice diplomatico longobardo, edizione dei Diplomi dei Re d’Italia, numerosi spogli e regesti prendono forma sempre più definita.

Certamente, sul piano accademico e dell’organizzazione della ricerca, Schiaparelli svolge un ruolo vario e influente, in forza di una statura scientifica indiscussa, consacrata nel 1910 dalla celebre prolusione Diplomatica e storia e poco dopo dal premio reale dell’Accademia dei Lincei per la storia (1914). Nel 1916 si spegne l’amico Carlo Cipolla e finisce di fatto uno dei più fruttuosi sodalizi della storia degli studi storici italiani. Schiaparelli muore, dopo una breve malattia, a Firenze il 26 gennaio 1934. La facoltà lo ricorderà con una solenne commemorazione per bocca del professor Piero Torelli nel febbraio dell’anno successivo

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