Nati il 20 agosto: l’egittologo di origini braidesi Silvio Curto
E’ stato autore di oltre 200 pubblicazioni, socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze, direttore del Museo Egizio di Torino per oltre 20 anni e tra i fondatori dell’Acme, l’Associazione amici collaboratori del Museo egizio di Torino. Il nome di Silvio Curto nel mondo della cultura piemontese è questo ed anche altro, a partire da importanti spedizioni compiute in Egitto alla ricerca di nuovi reperti archeologici. E tra questa, ricordiamo quella a Ellesija nella quale, in occasione della realizzazione della diga di Assuan, salvò i tesori inestimabili del sito. Il governo egiziano, a titolo di ricompensa, gli donò un tempietto, dedicato a Tutmosi III, che attualmente è uno dei reperti di maggiore interesse del museo torinese.
Curto nasce a Bra, in provincia di Cuneo il 20 agosto 1919. Dopo gli studi classici, inizia a lavorare alla Soprintendenza alle Antichità Egizie nel 1946 in qualità di ispettore. Incarico che svolge sino al 1964, prima di diventare Soprintendente e direttore del Museo egizio. In vent’anni ripristina le sale guariniane e dà vita ad una biblioteca egittologica, praticamente completa e unica in Italia. Inoltre, s’impegna in particolare nell’allestimento del corredo funerario delle tombe di Kha e Merit e nell’avvio della preziosa pubblicazione di un catalogo generale dedicato alle collezioni del Museo. Per la divulgazione dell’egittologia promuove nel 1974 la formazione dell’associazione ACME, tutt’oggi attiva. Svolge anche gli incarichi di dirigente superiore nel ministero dei Beni culturali e ambientali. Ma soprattutto, il suo nome è legato alla missione archeologica in Nubia dal 1961 al 1969 che, come detto, permette di salvare il tempio di Horus dedicato da Thutmosi III nel 1447 a. C. nella località di Ellesija, minacciato durante la costruzione della diga di Assuan.
Nel 1965 organizza la pubblicazione di un nuovo catalogo del museo, in volumi affidati a specialisti delle varie branche dell’egittologia. Promuove il riordinamento del Museo egizio di Bologna (1961) e la creazione dei nuovi musei egizi di Milano (1972) e Mantova (1982).
Per 25 anni, dal 1964 al 1989, è docente di Egittologia all’Università di Torino e di Storia della scrittura nel Politecnico di Torino dal 1964 al 1984. E’ socio dell’Académie des Inscriptions et Belles Lettres di Parigi, dell’Accademia di Scienze e Lettere di Lucca, dell’Accademia Nazionale Virgiliana di Mantova, dell’Institut d’Egypte e Istituto Archelogico Germanico Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres de France, Socio del Rotary Club Torino. Nel corso della sua lunga carriera accademica gli viene conferita la Medaglia d’oro di benemerito dei Beni culturali in Italia e le onorificenza di Commendatore della Repubblica e di Accademico di Francia.
Tra le opere principali ricordiamo Il tempio di Ellesija (1970), L’antico Egitto (1981), La scrittura nella storia dell’uomo (1989), La riscoperta dell’Egitto Cristiano (1999), Umorismo e satira nell’Egitto antico (2006).
Nel 2016, a meno di un anno dalla sua morte (Torino, 24 settembre 2015), il Museo egizio intitola la biblioteca a Curto. Oggi la biblioteca comprende circa 7400 volumi monografici, 2100 volumi di periodici, 171 opuscoli, quasi 200 tesi di laurea, microfilm e il fondo della Biblioteca Botti (circa 500 volumi tra monografie e periodici). Inoltre, da gennaio 2016 si è arricchita di 125 volumi, che offrono un ulteriore supporto alle attività di ricerca scientifica del Museo e della comunità di studiosi internazionali.