Nati il 22 ottobre: il pittore Agostino Cottolengo, fratello di uno dei santi sociali torinesi
Quinto di dodici figli Agostino Cottolengo (suo fratello è quel Giuseppe Benedetto che fonda la Piccola Casa della Divina Provvidenza e viene proclamato santo proclamato da papa Pio XI nel 1934) nasce a Bra (Cn) il 22 ottobre 1794. Il padre è un mercante di panni ch durante il periodo francese ottiene l’incarico di esattore delle imposte. La madre, appartenente a una cospicua famiglia braidese, è nipote di Giuseppe Andrea Almonte, rettore delle scuole di Bra Agostino studia a Torino all’Accademia Albertina e inizia la sua attività intorno al 1817. Non viene coinvolto, come certa storiografia sostiene, nei moti liberali del 1821 e fino al sopraggiungere della tisi che lo porta alla morte, è un prolifico pittore di pale d’altare, almeno una trentina tra Torino e provincia di Cuneo realizzate tra il 1826 e il 1852.
Esegue prevalentemente dipinti per le chiese di Bra e dei dintorni (Storie del Battista per la chiesa dei Battuti Neri, o San Giovanni Decollato; Martirio di Sant’Andrea per la chiesa di Sant’Andrea, in seguito trasferito al Santuario della Madonna dei Fiori; immagini di Sebastiano Valfrè e di Sant’Antonio Abate per la chiesa di San Giovanni; Cristo risorto per quella dei Battuti Bianchi, o della Trinità). Due committenze le riceve da Tancredi Falletti di Barolo, mecenate, filantropo, su segnalazione del professor Palmieri, che gli ordina la pala con S. Carlo e S. Francesco di Sales per la basilica del Corpus Domini di Torino e dal cavalier Annibale Saluzzo di Monesiglio per una tela con Sant’Andrea per la cappella del castello di Monesiglio.
E’ anche un abile ritrattista ufficiale dell’alto clero torinese e dei vescovi di tutte le diocesi piemontesi. Lascia molti disegni a matita con lumeggiature bianche, (in collezioni private) che rivelano un tocco robusto, una forte capacità espressiva dove il disegno sapiente costruisce la forma. La sua attività pittorica nella prima metà dell’Ottocento da da cerniera non secondaria tra la pittura neoclassica imperante e un embrionale preverismo collegato al territorio, da rivalutare in tutti i suoi aspetti.
Tiene a Bra una scuola di pittura e disegno che lo rende pittore di spicco della realtà territoriale piemontese tra Alba, Asti e Cuneo nella prima metà del XIX secolo: un carteggio con gli allievi e alcuni registri di contabilità, nell’archivio della Casa Natale a Bra, illuminano sui particolari della scuola. Da lui apprendono l’arte pittorica Michelangelo Pittatore, Domenico Fuseri e Bartolomeo Bellisio.
Agostino Cottolengo muore a Bra l’8 aprile 1853.