Nati il 23 novembre: Lorenzo Valerio, politico e filantropo torinese
Lorenzo Valerio nasce a Torino il 23 novembre 1810. E’ il secondo di cinque fratelli, fra i quali Gioacchino e Cesare, che come lui approderanno in Parlamento. Organizzatore di cultura e uomo politico liberale, fonda e direge il periodico Letture popolari (1836), che tanta influenza ha nel diffondere le idee liberali e democratiche presso i giovani della piccola e media borghesia piemontese, l’Associazione Agraria (dove si impose a Camillo Benso conte di Cavour) e la Società degli Asili infantili di Torino. Nel 1842, promuove ad Agliè la nascita di uno dei primi asili infantili e di un convitto per le donne del setificio. In seguito fonda e dirige l’influente quotidiano politico La Concordia e poi il quotidiano Il Diritto.
In contrasto acceso con il Cavour, è a capo dell’opposizione al Parlamento subalpino per molte legislature, assertore di un sanguigno liberalismo democratico o “di sinistra” che, durissimo contro i clericali, i privilegi della Chiesa, l’Austria e gli altri stati assolutistici che tengono l’Italia sotto il loro controllo e impediscono l’Unità della nazione, mette però insieme libertà e giustizia sociale. Si dimostra favorevole, infatti, alle imposte progressive su redditi e rendite, diversamente dal Cavour. Eppure, Valerio e la sinistra appoggiano stranamente l’incostante e troppo moderato re Carlo Alberto, curiosamente più vicino a lui che al Cavour. Perciò, sia Giuseppe Mazzini (e i circoli repubblicani di Genova), sia il Cavour, per opposti motivi lo criticano aspramente.
Nella sua casa torinese, dove si tiene un affollato salotto di intellettuali e patrioti liberali, viene fatto conoscere per la prima volta e musicato da Michele Novaro l’Inno i cui versi sono stati scritti nel 1847 dal giovane patriota Goffredo Mameli.
Il suo carteggio, compreso fra gli anni Trenta e il 1865, contiene una miniera di informazioni sui rapporti politici e culturali dell’epoca, di fondamentale importanza per il processo unitario italiano: si contano nel complesso oltre 2800 lettere di eminenti personalità politiche e letterarie dell’Ottocento. Troviamo in questo elenco Cavour, D’Azeglio, Gioberti, Cristina di Belgioioso, Balbo, Cattaneo, Bixio, Garibaldi, Depretis, Crispi, Guerrazzi, Manin, Lanza, Mameli, Minghetti, Pisacane, Poerio, Rattazzi, Saffi, Viesseux tra gli italiani e fra gli stranieri il generale Chrzanowski, Victor Hugo, Kossuth, il principe Gerolamo Napoleone. Ma incontriamo anche una folla di personaggi minori che però ci restituiscono il clima di quegli anni, come i profughi ungheresi e polacchi, e gli estensori delle “lettere dal campo”, scritte alla redazione della Concordia durante la campagna del 1848. La pubblicazione di questi materiali, a cura inizialmente di Luigi Firpo e poi di Adriano Viarengo, è in corso ed è giunta al quinto volume.