Personaggi

Nati il 24 novembre: il gesuita Luigi Taparelli d’Azeglio, filosofo e sociologo torinese

Luigi Taparelli d’Azeglio nasce a Torino il 24 novembre 1793. E’ il quarto degli otto figli di Cesare, conte di Lagnasco e diplomatico della corte di Vittorio Emanuele I, e di Cristina Morozzo della Rocca dei marchesi di Bianzè. Tra i suoi fratelli Roberto e Massimo che saranno politici e senatori del Regno. Alla nascita gli viene imposto il nome di Prospero che, divenuto gesuita, cambia in Luigi. La vocazione religiosa la matura in seguito ai un corso di esercizi spirituali dettati dal venerabile Pio Brunone Lanteri (1759-1830), fondatore della congregazione degli Oblati di Maria Vergine. Studia nel Collegio Tolomei di Siena e poi nell’Ateneo di Torino fino al 1809. Entrato nel seminario di Torino, quando il padre viene inviato come diplomatico alla corte di Pio VII si trasferisce con lui a Roma ed è ammesso nel noviziato dei gesuiti di Sant’Andrea al Quirinale.

Viene ordinato sacerdote nel 1820. Inizia a studiare negli anni 1824-29 la filosofia di San Tommaso d’Aquino, studio che continuò a Napoli negli anni 1829-32. Nel 1833 è destinato al Collegio Massimo di Palermo dove insegna lingua francese per poi assumere la cattedra di diritto naturale.

Nel 1840-1843 pubblica con i tipi della Stamperia d’Antonio Muratori di Palermo il suo testo più importante, il Saggio teoretico di dritto naturale appoggiato sul fatto, considerato a quel tempo una vera enciclopedia di morale, diritto e scienza politica.

Dopo la tempesta del 1848-49, che rivela l’inconciliabilità delle aspirazioni nazionali della Penisola con le posizioni storiche della Santa Sede, decide di combattere il liberalismo, le sue premesse, anche remote, i suoi postulati, le sue applicazioni, i suoi istituti politici, e a sostenere in tutti i campi del pensiero e della prassi la tradizione cattolica e l’autorità e i diritti della Chiesa. In quel contesto nasce l’Esame critico degli ordini rappresentativi nella società moderna (Roma 1854, volumi 2), altra sua opera fondamentale, che si fonda sugli articoli con i quali egli bolla gli ordini rappresentativi per il loro spirito informatore da lui ricondotto al protestantesimo e all’individualismo razionalistico. I suoi articoli di filosofia rappresentano la condanna del pensiero moderno dall’Umanesimo in poi e il ritorno al tomismo, alla cui restaurazione nelle scuole ecclesiastiche Luigi Taparelli contribuì molto.

Nel 1850 riceve da papa Pio IX il permesso di co-fondare con il padre Carlo Maria Curci La Civiltà Cattolica, rivista della Compagnia di Gesù, ove scrisse per venti anni per poi assumerne la direzione nell’ultimo periodo della vita. I suoi oltre duecento articoli pubblicati sulla rivista sono tutti caratterizzati da un contenuto tale da meritargli il titolo di «martello delle concezioni liberali» datogli da Antonio Messineo.

Luigi Taparelli d’Azeglio muore a Roma il 21 settembre 1862.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio