Nati il 24 settembre: il ciclista su strada e pistard torinese Italo Zilioli
Compie oggi 77 anni uno dei corridori più amati degli Anni Sessanta e Settanta. Amato in modo particolare perché, pur aggiudicandosi quattro gare fra le più importanti dell’epoca, non riuscì mai a strappare agli avversari un’importante corsa a tappe, a partire dal Giro d’Italia in cui giunse per tre volte secondo ed una volta terzo. Sì, stiamo proprio parlando di Italo Zilioli, quello che sin dai suoi esordi era diventato Coppino, per la sua costituzione esile, la sua straordinaria abilità di scalatore e il suo stile non esplosivo. E per la padronanza con cui gestisce il mezzo meccanico. Proprio come il Campionissimo.
Italo Zilioli nasce a Torino il 24 settembre 1941. Appassionato di due ruote sin da piccolino, cresce sotto la guida di Vincenzo Giacotto. A scoprirlo, proprio nella sua città natale è Tolmino Gios nel 1958. Gios, che è stato un ciclista di buon livello, dopo aver partecipato alla Seconda guerra mondiale come bersagliere, nel 1948 fonda la Gios iniziando a produrre biciclette da passeggio in una piccola officina. Gios fiuta le doti del giovane Zilioli. E non sbaglia. L’anno successivo, infatti, Italo si impone nel campionato italiano allievi e, dopo alcuni anni nelle categorie minori, rivestiti di ottimi risultati, passa professionista con la Carpano nel 1962.
L’epoca in cui il torinese si affaccia alla ribalta ribolle di campioni come Anquetil, Merckx, Gimondi, Adorni, Balmamion e Defilippis. Un’epoca in cui per vincere occorre sgomitare parecchio. Ma Italo con grande caparbietà e serietà negli allenamenti e in gara riesce a farsi notare e raccogliere importanti risultati, tanto da collezionare in 14 anni di carriera professionistica ben 54 successi.
Verso la fine della stagione agonistica del 1963, il neo-professionista Italo Zilioli, che corre per il leggendario team Carpano, scuote il mondo del ciclismo Italiano vincendo quattro tra le più importanti gare di un giorno: le Tre Valle Varesine, il Giro dell’Appennino, il Giro del Veneto e il Giro dell’Emilia. Dalla scomparsa di Fausto Coppi nel 1960, il ciclismo Italiano aveva sperato di trovare un altro Coppi e l’exploit di Zilioli fa ben sperare.
Per tre anni consecutivi, dal 1964 al 1966, si piazza al secondo posto nel giro d’Italia, contendendo fino all’ultimo la vittoria finale. Successivamente raccoglie nel corso della sua carriera ancora numerose classiche del panorama italiano. Ma il suo risultato più prestigioso lo raccoglie al Campionato di Zurigo del 1966 e alla Settimana Catalana a tappe, ma vince anche una frazione al Tour de France e diversi successi parziali al Giro d’Italia. Nella corsa in rosa non riesce in una impresa che sogna sin da ragazzino, quella di arrivare al traguardo milanese in maglia rosa, ma deve accontentarsi per quattro volte degli scalini meno prestigiosi del podio: tre volte argento ed una bronzo.
Nel 1970 e 1971 vince due gare a tappe importanti, la Tirreno-Adriatico e la Settimana Catalana. Ottimi anche i risultati ai campionati del mondo con un quinto posto nel 1964 e un sesto nel 1966 e in quello nazionale. Ha anche modo di lavorare nella squadra di Eddy Merckx e nel 1970 indossa per alcune tappe la maglia gialla di leader del Tour de France.
In passato Zilioli ha l’incarico di responsabile delle partenze di tappa al Giro d’Italia. Oggi vive in provincia di Cuneo.