Nati il 26 novembre: Giovanni Francesco Bellezia, sindaco di Torino durante la peste del 1630

Appartenente a una famiglia originaria di Lanzo, Giovanni Francesco Bellezia nasce a Torino il 26 novembre 1602, figlio del giureconsulto Gaspare. Si laurea in legge all’Università di Torino nel 1622. Dal 1612 è proprietario di una vigna nei pressi dell’attuale strada San Mauro, ai piedi della collina torinese: è l’attuale Villa d’Agliè. Ereditata dal padre, la utilizza come residenza alternativa a quella nel centro della città, utilizzandola anche come rifugio sicuro durante l’epidemia di peste a Torino, pur senza abbandonare la città. È a lui che si deve la realizzazione dei muraglioni che sostengono il giardino della villa, creando la spianata che caratterizza il piazzale antistante.

Nel 1625 viene eletto decurione e nel 1628 è nominato primo sindaco della città. Due anni dopo, nel 1630, Torino è colpita da una gravissima epidemia di peste che uccide 8.000 persone e causa un esodo che riduce la popolazione a soli 3.000 abitanti. Bellezia rimane sempre a Torino, anche quando la città viene abbandonata dalla famiglia Savoia (che si rifugia a Cherasco) e da tutti gli altri magistrati. E’ colpito egli stesso dalla peste, ma affronta con risolutezza tutte le emergenze, tra cui l’isteria popolare nei confronti dei presunti untori e gli episodi di sciacallaggio. Per i meriti acquisiti, che rimarranno nella memoria della città, nel 1635 il Duca Vittorio Amedeo I lo nomina consigliere senatore ed avvocato patrimoniale generale della Camera dei Conti. In seguito diviene anche conte, ambasciatore e presidente del Senato. Sarà, inoltre, il principale rappresentante del Ducato di Savoia ai negoziati della pace di Vestfalia nel 1648.

Muore a Torino nel 1672 ed è sepolto nella chiesa dei Santi Martiri. La città lo ricorda intitolandogli nel 1807 una delle vie più antiche nella zona del cosiddetto “quadrilatero romano” e collocando nel 1866 una lapide presso la sua residenza cittadina nell’attuale via Bellezia 4.